Covid, la protezione con gli anticorpi può durare a lungo? Uno studio effettuato direttamente a Wuhan fornisce una prima risposta chiara
Quanto dura la protezione a base di anticorpi neutralizzanti come barriera per non contrarre di nuovo il Covid in pazienti già infettati? La domanda ha trovato una prima risposta in uno studio compito nei mesi scorsi direttamente a Wuhan, primo epicentro della pandemia. I risultati sono stati pubblicati di recente sulla prestigiosa rivista ‘The Lancet’ e sembrano indicare una tendenza chiara.
Il 40% circa dei pazienti positivi alla presenza di anticorpi anti Covid-19 a Wuhan ha infatti mantenuto per almeno nove mesi inalterata la protezione dalla reinfezione.
I partecipanti allo studio sono stati visitati una prima volta ad aprile 2020, alla fine del lockdown generale. Successivamente quindi nuovamente a giugno e nel trimestre tra ottobre e dicembre.
Su 9.542 persone esaminate, appartenenti a oltre 3.500 famiglie, 532 sono risultate positive agli anticorpi anti Coronavirus. Significa una sieroprevalenza stimata nel 6,9% nella popolazione. Inoltre l′82% dei partecipanti con anticorpi anti Covid non aveva manifestato alcun sintomo di Coronavirus e quindi aveva contratto l’infezione senza rendersene conto. Ma almeno 4 su 10 positivi agli anticorpi già ad aprile erano in gradi di mantenerli conservavano per almeno 9 mesi.
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Covid, l’immunità di gregge è un falso mito: gli studiosi spiegano perché
Gli esperti concordano nella valutazione che lo studio conferma la necessità di vaccini efficaci nel controllo della malattia sulla popolazione. Tutte le misure di controllo eccezionali adottate a Wuhan non appena la pericolosità del virus è stata confermata potrebbero avere limitato la diffusione del virus. Ma potrebbero anche avere ottenuto come effetto collaterale la riduzione dell’immunità di gregge.
La realtà è che questo, nonostante le indicazioni prevalenti di molti governi quando è stato chiaro che la pandemia era inarrestabile, rimane un falso mito. Gli studiosi infatti sono arrivati alla conclusione che quella dell’immunità indotta nella maggioranza della popolazione non sia la strategia corretta. In realtà il dibattito rimane aperto perché fino ad oggi una risposta certa ancora non c’è.
E allora che fare? Lo studio evidenzia come l’immunità di gregge “probabilmente non si svilupperà dopo la trasmissione naturale dell’infezione in contesti in cui sono stati introdotti con successo meccanismi di controllo”. Per questo c’è solo una strategia da adottare per tutti i governo coinvolti: studiare campagne di vaccinazione rapide ed efficaci per controllare la diffusione del Covid 19. Quello in pratica che l’Italia e più in generale i Paesi dell’Ue, anche se con alterne fortuna, stanno facendo dallo scorso fine dicembre.