Omicidio Agitu Ideo Gudeta, confessione del pastore dipendente: “Violentata mentre era agonizzante”

Violentata mentre era agonizzante. Agitu Ideo Gudeta, la quarantaduenne imprenditrice etiope simbolo dell'integrazione in Trentino, prima di morire, oltre alla brutale aggressione fisica, avrebbe subito anche violenza sessuale.

Violentata mentre era agonizzante. Agitu Ideo Gudeta, la quarantaduenne imprenditrice etiope simbolo dell’integrazione in Trentino, prima di morire martedì 29 dicembre, oltre alla brutale aggressione fisica, avrebbe subito anche violenza sessuale.

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Adams Suleimani confessa senza esitare

Agitu Ideo Gudeta - Foto Facebook
Agitu Ideo Gudeta – Foto Facebook

Adams Suleimani, il pastore trentaduenne ghanese, finito in manette, avrebbe dichiarato in sede di interrogatorio davanti al pubblico ministero e al suo avvocato, di aver avuto la percezione che la donna fosse ancora viva mentre la violentava. L’uomo non sarebbe stato in grado di spiegare il motivo per cui, oltre ad ucciderla, abbia anche abusato di lei. Gudeta sarebbe morta poco dopo la violenza sessuale, quando lui, voltandosi, l’avrebbe vista esalare l’ultimo respiro.

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L’uomo ha confessato senza esitare, una volta portato in caserma dai carabinieri guidati dal tenente colonnello Michele Capurso, che l’hanno trovato in tarda serata fuori da una stalla dell’azienda di Agitu Ideo Gudeta, a quattro o cinque chilometri dalla casa della donna. Portato in caserma, in un primo momento come persona informata sui fatti, ha sorpreso tutti, confessando prima spontaneamente, poi davanti al pm e all’avvocato difensore.

Il pastore è stato arrestato ed è recluso nel carcere di Trento

Agitu Ideo Gudeta - Foto Facebook
Agitu Ideo Gudeta – Foto Facebook

Adams Suleimani viveva in una stanza al piano inferiore della casa di Agitu Gudeta, che lo ospitava da metà ottobre, quando l’aveva assunto nell’azienda agricola biologica La Capra Felice, aperta in Trentino dopo aver ottenuto lo status di rifugiata. L’uomo aveva già lavorato per lei tempo fa, fino a che non si era trasferito in Calabria, per poi tornare, richiamato dalla vittima. In questo momento Suleimani è in carcere a Trento, mentre gli amici della Agitu Ideo Gudeta, molto amata da tutti per la sua forza e la sua determinazione, stanno pensando a un’iniziativa in sua memoria.

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Il racconto delle indagini sulla morte di Agitu Ideo Gudeta

La donna è stata trovata morta dai vicini di casa a Maso Villalta a Frassilongo, in Valle dei Mocheni, tra le montagne del Trentino, nella prima serata di ieri, martedì 30 dicembre, intorno alle 18 circa. È mancata a un appuntamento lavorativo con un tecnico, che dopo averla contattata ripetutamente, non è riuscito a rintracciarla. Così, preoccupato, tramite conoscenze comuni, ha rintracciato i suoi vicini di casa. Sono stati loro a trovare il corpo della donna riverso in una pozza di sangue nella camera da letto, dopo essere entrati nella sua casa attraverso un passaggio secondario. Sul posto, i sanitari del 118, niente hanno potuto, se non costatarne il decesso e i carabinieri, che coordinati dalla locale Procura hanno dato il via alle indagini – lampo.

Agitu Ideo Gudeta - Foto Facebook
Agitu Ideo Gudeta – Foto Facebook
Scartata da subito la pista del vicino di casa

In un primo momento gli investigatori si sono concentrati sul passato di Agitu Ideo Gudeta, che nel 2018 aveva subito atti persecutori da un vicino di casa. Dopo la sua denuncia, era finito in manette, ma l’uomo ha scontato la sua pena ed è stato giudicato fin da subito estraneo ai fatti. Adams Suleimani era solito rincasare subito dopo il lavoro, ma ieri, a tarda ora, non era ancora tornato. I carabinieri hanno cominciato a cercarlo nei luoghi dove lavorava con gli animali, fino a che non l’hanno trovato all’esterno di una stalla dell’azienda.

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Agitu Ideo Gudeta: la confessione di Suleimani

Come detto, inizialmente doveva essere sentito come persona informata sui fatti, ma poi ha confessato i reati commessi. Secondo la ricostruzione degli investigatori, Suleimani avrebbe ucciso Agitu Ideo Gudeta al culmine dell’ennesima lite per uno stipendio arretrato, colpendola quattro o cinque volte alla parte sinistra della testa con un martello riposto dietro a un calorifero della stanza dov’è stata trovata morta la donna. La sua violenza non si sarebbe fermata qui: una volta caduta sul pavimento senza forze, Suleimani, mentre Gudeta stava per morire, avrebbe abusato sessualmente di lei. Il medico legale accerterà la dinamica esatta del decesso. Stando alle prime ricostruzioni, dopo l’abuso, si sarebbe allontanato per prendere una giacca pulita. Infine, voltandosi verso la donna, si sarebbe accorto che era morta.