MotoGP, caso doping Iannone: la durissima sentenza del Tas comminata al pilota dell’Aprilia. Quattro anni di squalifica
Il Tribunale arbitrale dello sport di Losanna ha usato la mano pesante contro Andrea Iannone. Pochi minuti fa infatti è stata comunicata la sentenza sul cado doping che coinvolgeva dallo scorso anno il pilota dell’Aprilia in MotoGP. Quattro anni di squalifica a partire dallo scorso 17 dicembre 2019. Secondo quanto stabilito dall’organo di giustizia competente, tutti i risultati ottenuti da Iannone dopo il 1° novembre 2019 sono da considerarsi non validi. Dopo la prima sentenza era stato condannato a 18 mesi di sospensione (con scadenza il 16 giugno 2021).
Questo nonostante i test effettuati secondo cui la presenza della sostanza dopante (il drostanolone) fosse dovuta a una contaminazione alimentare, cioè alla carne mangiata prima delle analisi.
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MotoGP, caso doping Iannone: il Tas lo squalifica per 4 anni

Lo scorso 15 ottobre 2020 Iannone aveva presenziato all’udienza del Tas di Losanna, per ricorrere in appello contro la squalifica di un anno e mezzo a cui era stato condannato. L’idea del pilota abruzzese era quella di poter tornare a gareggiare nel campionato MotoGP 2021, saltando solamente le prime 3 o 4 gare. Oggi però è arrivata la doccia gelata. Il CAS (la Corte Aribtrale dello Sport) ha rigettato il ricorso avanzato dall’entourage del pilota, accogliendo la richiesta della Wada. Secondo l’Agenzia mondiale antidoping la pena inizialmente prevista (18 mesi) andava inasprita fino a 4 anni.
Carriera a rischio
Con questo durissimo risultato il campione di Vasto non potrà tornare alle gare prima del 2023. Andrea Iannone, classe ’89 potrebbe a questo punto decidere di porre definitivamente fine alla sua carriera, segnata nell’ultimo periodo dalle difficoltà di risultati con Suzuki e Aprilia. A breve sono attese anche delle dichiarazioni ufficiali di commento per la controversa vicenda, conclusasi nel peggiore dei modi.
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