Il cardinale Angelo Becciu si dimette e rinuncia alla carica di prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, lo rende pubblico il Vaticano con una nota ufficiale.
Il cardinale Angelo Becciu si sarebbe dimesso e avrebbe rinunciato al cardinalato, Papa Francesco avrebbe accettato la sua rinuncia. Il prelato era è nato a Pattada, in Sardegna, ed è diventato sacerdote il 27 agosto 1972 per opera del vescovo Francesco Cogoni di Ozieri.
Becciu si laurea in diritto canonico e nel 1984 è diventa membro del servizio diplomatico del Vaticano. Per due decenni ha viaggiato come nunzio apostolico in diverse parrocchie in giro per il mondo. Tra le sue destinazioni si annoverano la Repubblica Centrafricana e la Nuova Zelanda.
Nel 2001 il Papa Giovanni Paolo II lo ha destinato alla nunziatura dell’Angola con la carica di arcivescovo titolare di Roselle. Il primo dicembre dello stesso anno, il cardinale Angelo Sodano gli ha consegnato la consacrazione episcopale in qualità di Segretario di Stato del Vaticano.
Nel 2009, Ratzinger lo trasferisce a Cuba per la sua grande conoscenza linguistica, parla infatti francese, inglese, portoghese e spagnolo. Nel 2011, sempre Papa Benedetto XVI lo nomina sostituto agli affari generali, mentre nel 2017 Papa Francesco gli ha affidato la risoluzione della crisi dell’Ordine di Malta.
Angelo Becciu diventa cardinale il 20 maggio 2018, viene creato da Papa Francesco alla fine del Regina Cœli. Il 26 maggio fu nominato anche Prefetto della Congregazione delle cause dei santi. Carica a cui ha rinunciato oggi.
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Vaticano, l’ombra degli scandali di Vatileaks
Interpellato dall’Adnkronos, Becciu si dice amareggiato e di preferire il silenzio. L’ex-cardinale è stato tra i protagonisti della terza ondata di Vatileaks, sia nel ruolo di vittima spiata da Milone, che nella versione di persecutore del revisore generale dei conti vaticani che avrebbe costretto alle dimissioni. Già all’epoca di prospettavano grossi guai ancora non emersi sul conto di Becciu, riguardanti le casse vaticane. Era stata proprio Francesca Immacolata Chaouqui a scrivere su Facebook che sarebbero emersi “documenti compromettenti” sul prelato.