Emma rivela: “Il cordone mi stava uccidendo, da piccola non crescevo” 

Emma fa un tuffo nella propria vita. La cantante toscana, intervistata da La Repubblica oggi in edicola, ripercorre il passato rivelando anche diversi argomenti delicati. 

Emma Marrone malattia sorriso
Emma (Getty Images)

Emma si confessa ai microfoni de La Repubblica. La cantante toscana, reduce da un’importante battaglia vinta in estate, ha ripercorso le tappe della sua vita svelando anche delle problematiche delicate.

Emma confessa i problemi del passato

La donna, innanzitutto, racconta come ha scoperto la sua vocazione: “Cantavo da sola, in casa, sopra le cassette di Mina. Non sono mai stata una bambina in cerca di attenzioni, quella che sale sulla sedia per mettersi in mostra. Poi mio padre mi ha portato a cantare nel suo gruppo ma all’inizio lo facevo con scarsa voglia, faccia truce e mani in tasca”.

Un’abitudine, in un certo senso, che si porta anche oggi: “Tuttora, in concerto, preferisco avere le luci in faccia per non vedere i volti delle persone. Non perché non ami il pubblico ma perché vedere le emozioni altrui mi commuove, mi scombussola e farei fatica a cantare”. 

“Io sono bella ma non mi frega niente. Io sono bella sempre”, recita una delle ultime canzoni lanciata dalla cantautrice di Firenze. L’artista ne spiega il significato: “Non ho mai avuto paturnie sulla bellezza, anche perché mia madre, che si è rovinata gli occhi a lavorare come ricamatrice, non è mai stata una donna vanitosa. Non si è mai truccata, mai andata dall’estetista”. 

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Da lì poi svela anche alcune problematiche della sua vita: “Sono nata fragilissima, strozzata da quattro giri di cordone ombelicale, da ragazzina ho avuto problemi di sviluppo, ero magrissima e senza seno. Non mi sono mai posta il problema di piacere ai maschi, non facevo lo struscio in paese per farmi guardare perché sapevo che non mi avrebbero guardato”. 

Ora, invece, il problema è arginare delle cattiverie che di tanto in tanto ritornano sui social: “Purtroppo sui social spesso si confonde la libertà di parola con il diritto di vomitare le proprie frustrazioni addosso ai personaggi pubblici. C’è chi mi ha scritto che sono grassa, che ho i denti storti, che ho la faccia piena di macchie di merda. A me non interessa. Mi dispiace solo che certe cose le legga mia madre, che ci resta malissimo. Io le dico sempre “meglio la cattiveria che la pietà”.