Ucraina, violenza sessuale come arma di guerra dei russi: l’elettroshock nelle zone genitali per gli uomini

La violenza sessuale contro uomini e donne in Ucraina, soldati ma anche civili, come arma di guerra utilizzata dalle forze armate russe. 

È l’ennesima terribile denuncia raccolta stavolta dalla Cnn. L’emittente televisiva Usa ha ascoltato diversi racconti ed ascoltato anche la procuratrice ucraina Anna Sosonska, responsabile della divisione sulle violenze sessuali nel conflitto per l’ufficio del procuratore generale. Tra le testimonianze l’uso dell’elettroshock nelle zone genitali, la minaccia di stupro con bottiglie di vetro, la nudità imposta. E poi la mutilazione genitale, lo stupro, l’obbligo per gli uomini di assistere a violenze sessuali su altri uomini.

Elettroshock nelle zone genitali per gli uomini
Ucraina, violenza sessuale come arma di guerra dei russi (Ansa Foto) – www.inews24.it

“Lo vediamo più e più volte in diverse regioni sotto occupazione. – ha spiegato Anna Sosonska alla Cnn – Usano lo stesso metodo per commettere violenza sessuale, lo stesso metodo di umiliazione, lo stesso metodo per spiegarlo alle loro vittime. Utilizzano soprattutto la corrente elettrica sui genitali”. Sarebbero ancora pochi gli uomini che hanno denunciato le atrocità subite, eppure l’ultimo rapporto annuale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla violenza sessuale legata ai conflitti parla chiaro.

In Ucraina nel 2023 sono documentati 85 casi che hanno colpito 52 uomini, 31 donne, una ragazza e un ragazzo. Un rapporto separato di funzionari delle Nazioni Unite per i diritti umani che hanno intervistato 60 prigionieri di guerra ucraini maschi dopo il loro rilascio ha rilevato che 39 sono stati vittime di violenza sessuale durante la detenzione russa.

Roman Chernenko, 29enne ufficiale dell’intelligence dell’esercito ucraino, ha trascorso sette mesi in una “cella di punizione” in una prigione nella città occupata di Olenivka, nella regione orientale di Donetsk, dopo essere catturato dalle truppe russe nella zona di Mariupol. L’uomo ha raccontato di essere torturato fino a tre volte al giorno, tutti i giorni, per quattro mesi, prima di essere rilasciato come parte di uno scambio di prigionieri.

“Tapik è un telefono militare con due fili. Uno è collegato ai tuoi genitali, l’altro al tuo dito. E continuano ad aumentare la corrente. – ha detto – Continuano a girarlo finché non dici ciò che vogliono. Hanno riso quando mi hanno torturato. Mi hanno detto che mia madre veniva violentata dai ceceni. Hanno minacciato di spararmi due volte, mi hanno minacciato di stupro”.

Lo stupro e la violenza sessuale, come starebbe avvenendo in Ucraina, proibiti dalla Convenzioni di Ginevra

Lo stupro e la violenza sessuale sono esplicitamente proibiti dalla Convenzioni di Ginevra. Ovvero la normativa internazionale che regola la condotta dei conflitti armati, e possono costituire un crimine di guerra. Anche la finta esecuzione è considerata una forma di tortura. Secondo lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale, commettere stupro e violenza sessuale in modo sistematico o diffuso è considerato un crimine contro l’umanità. Secondo i pubblici ministeri ucraini che indagano sulla violenza e sugli abusi sessuali basati sul conflitto, tutte le prove disponibili indicano che si tratta di una tattica deliberata, parte del modus operandi della Russia in Ucraina.

Lo stupro e la violenza sessuale, come starebbe avvenendo in Ucraina
Lo stupro e la violenza sessuale proibiti dalla Convenzioni di Ginevra (Ansa Foto) – www.inews24.it

“Ovunque si trovassero le truppe russe, assistiamo a casi di violenza sessuale e di genere. La verità è che sembra che si tratti della politica russa. – ha detto Sosonska – È impossibile stimare il numero reale di crimini che vengono commessi. Soprattutto nei territori occupati che rimangono inaccessibili. Alcuni uomini vittime di violenza sessuale potrebbero invece descrivere quello che è successo loro come ‘tortura’. La distinzione, ha spiegato Sosonska, è importante per eventuali futuri casi giudiziari e tribunali di guerra”.

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