L’Italia non ha recepito correttamente la direttiva sui rifiuti: la Commissione europea ha deciso di avvia una procedura di infrazione.
L’Europa ha inviato una lettera di costituzione in mora per l’Italia perché non avrebbe recepito correttamente la direttiva quadro del 2008 (e modificata nel 2018) che prevede tra le altre cose di prevenire o ridurre la produzione dei rifiuti.
La direttiva stabilisce anche obiettivi vincolanti per il riciclaggio e la preparazione dei rifiuti urbani per il riutilizzo e impone di ridurre l’impatto dell’utilizzo delle risorse per migliorarne l’efficienza. L’obiettivo generale è quello di arrivare alla transizione verso un’economica circolare basata sul riciclo dei rifiuti, che possa garantire la competitività a lungo termine dell’Unione.
La direttiva quadro introduce requisiti per migliorare i sistemi di gestione dei rifiuti e l’efficienza dell’uso delle risorse. La scadenza per poter recepirla da parte degli Stati membri era il 5 luglio 2020.
Direttiva Ue rifiuti: cosa avrebbe fatto l’Italia
Secondo la Commissione europea, l’Italia non avrebbe recepito correttamente alcune disposizioni. Tra queste quelle sulla responsabilità estesa del produttore per garantire il riciclo, la raccolta differenziata dei rifiuti pericolosi e il sistema della tracciabilità elettronica.
L’esecutivo Ue ha avviato una lettera di costituzione in mora all’Italia, che avrà due mesi di tempo per rispondere e rimediare alle carenze individuate. Se non arriverà una risposta soddisfacente, la Commissione europea potrebbe emettere un parere motivato.
Prima dell’Italia, l’esecutivo Ue ha inviato la stessa procedura di infrazione ad altri dieci Stati membri: Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Cipro, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo e Romania.
Intanto Flavio Tosi del Ppe è stato nominato relatore della direttiva sui rifiuti a Bruxelles, in Commissione Envi (Ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare). “Ho accettato con grande entusiasmo e determinazione questo incarico che mi consentirà fin da subito di essere in prima linea sul tema della sostenibilità ambientale. Questa direttiva si occupa ancora una volta di imballaggi e della gestione dei rifiuti ed è volta a prevenire e ridurre gli sprechi alimentari e tessili”.
“Tematiche in difesa dell’ambiente che a tutti stanno a cuore, ma che non devono trasformarsi in normative punitive e limitanti per le nostre aziende e il nostro comparto produttivo. L’Italia è già leader nel riciclo e volendo valorizzare questo primato, lavorerò affinché non vi siano nuovi oneri burocratici in particolare per le piccole e medie imprese e per tutto l’artigianato locale tessile e calzaturiero, eccellenza del Made in Italy”.