Dopo le elezioni presidenziali il Venezuela è piombato nel caos: l’opposizione non ha riconosciuto la vittoria di Nicolas Maduro.
“Abbiamo raccolto più del 73% dei voti, e il nostro presidente eletto è Edmundo Gonzalez Urrutia”. ha detto la leader dell’opposizione, Maria Corina Machado, in una conferenza stampa congiunta con l’ambasciatore Edmundo Gonzalez Urrutia, portabandiera della Piattaforma unitaria democratica (Pud). Secondo Machado la vittoria sarebbe stata schiacciante, ma il Consiglio nazionale elettorale (Cne) del Venezuela ha annunciato la vittoria del presidente uscente, Nicolas Maduro con il 51% dei voti.
“Far rispettare la volontà popolare è l’unico cammino per la pace. – ha continuato Machado – Ringrazio la comunità internazionale per la solidarietà e appoggio la Venezuela in questo momento. Il nostro trionfo è storico. Un popolo libero è un popolo che si fa rispettare e lotteremo per la nostra libertà. Capisco la vostra indignazione, ma la risposta delle forze democratiche è di calma e fermezza. Il Venezuela vuole la pace e il riconoscimento dell’espressione della gente”.
Secondo quanto riferiscono i media locali, la prima vittima è Rance’s Yzarra, studente di 30 anni, colpito al petto da un proiettile di gomma nella città di Maracay, capitale di Aragua. Diverse manifestazioni si stanno registrando anche nella capitale Caracas davanti al Consiglio nazionale elettorale (Cne), nei dintorni del palazzo presidenziale Miraflores. Manifestazioni anche nella zona dell’aeroporto “Simon Bolivar”. Nello Stato di Falcon i manifestanti hanno abbattuto una statua dedicata a Hugo Chavez, l’ex presidente scomparso iniziatore del “chavismo”, cui Maduro si ispirerebbe. Decine di persone sono state arrestate.
Negli Stati di Barrinas e Miranda sono state strappate immagini di propaganda politica di Maduro. “Sono andati ad attaccare il comandante Chavez, il comandante-presidente, il miglior presidente che il Venezuela abbia avuto da 150 anni“, ha dichiarato Maduro. Il capo della campagna elettorale di Maduro e presidente del Parlamento, Jorge Rodríguez, ha convocato una grande manifestazione per oggi in tutta la capitale e nelle periferie, per festeggiare la vittoria elettorale. Il governo ha poi ordinato la sospensione dei voli da e verso Panama e la Repubblica Dominicana, in risposta alle azioni di ingerenza nella sovranità nazionale. Anche i diplomatici di altri sei paesi latinoamericani (Cile, Costa Rica, Panama, Perù, Repubblica Dominicana e Uruguay) sono stati richiamati.
Proprio a livello internazionale l’Organizzazione degli Stati americani (Osa) ha convocato una riunione del Consiglio permanente per affrontare i risultati del processo elettorale in Venezuela. Il summit è stato richiesto da Argentina, Canada, Cile, Costa Rica, Repubblica Dominicana, Ecuador, Guatemala, Panama, Paraguay, Perù, Stati Uniti e Uruguay. La crisi ha portato ad un forte calo in borsa dei titoli di stato e delle azioni della principale compagnia statale, la petrolifera Pdvsa. Tutti i titoli di Stato venezuelani hanno chiuso la seduta in rosso con cali fino a quasi il 9%. Parallelamente le azioni di Pdvsa hanno segnato una contrazione di oltre il 10%.
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