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Gli Stati Uniti non importeranno più alluminio dalla Cina: perché l’Europa dovrebbe fare lo stesso

Il governo degli Stati Uniti ha aggiunto l’alluminio alla lista dei materiali per la prevenzione del lavoro forzato.

Verrà così impedito che qualsiasi bene prodotto nella regione autonoma dello Xinjiang, in Cina, e contaminato dal lavoro forzato, entri nel mercato statunitense. La decisione degli Stati Uniti è in linea con i risultati del rapporto del 2024 di Human Rights Watch “Asleep at the Wheel”. Hrw ha documentato i rischi del lavoro forzato associati all’approvvigionamento di alluminio dallo Xinjiang e ha informato il Senato degli Stati Uniti a maggio.

Gli Stati Uniti non importeranno più alluminio dalla Cina – inews24.it

Più volte anche l’Onu è intervenuta in merito alle politiche del governo cinese nello Xinjiang. Anche la Corte Penale Internazionale (Cpi) sta indagando per crimini contro l’umanità ed il genocidio. Nello Xinjiang vivono infatti gli uiguri, un’etnia turcofona di religione islamica. A partire dagli anni 2000 si è intensificata la repressione da parte cinese dei movimenti indipendentisti.

Molti uiguri in esilio denunciano la sistematica violazione dei diritti umani, tra cui appunto il lavoro forzato, da parte delle autorità che reprimono anche ogni forma di espressione culturale. È in questo contesto che è arrivata la decisione degli Usa. L’alluminio è fondamentale in decine di componenti per la produzione di automobili. La decisione avrà un enorme impatto in materia di diritti umani da parte delle case.

Negli ultimi anni l’Unione Europea ha evitato di affrontare in modo significativo le violazioni dei diritti umani in Cina, in particolare il lavoro forzato nello Xinjiang. L’attenzione si è concentrata su misure di sicurezza economica, come l’imposizione di tariffe sui veicoli elettrici cinesi importati. L’imminente adozione da parte dell’Ue del Regolamento sul lavoro forzato (Flr) offrirà l’opportunità di definire un approccio globale e basato sui diritti nelle sue relazioni con la Cina.

La produzione dell’alluminio in Cina, il database Flr

Il regolamento ha l’obiettivo di impedire ai consumatori dell’Ue di acquistare beni prodotti con il lavoro forzato in qualsiasi parte del mondo. Una volta adottato, la Commissione europea pubblicherà un database online su specifiche aree geografiche e settori a rischio. L’inserimento dello Xinjiang e del settore dell’alluminio nel database Flr è fondamentale.

L’alluminio è fondamentale in decine di componenti – inews24.it

Anche se sembra semplice, questa azione richiede coraggio politico. – hanno fatto sapere da Hrw – Le passate pratiche di ritorsione della Cina hanno creato un clima di paura. Senza dubbio si dovrà affrontare anche la resistenza di quei paesi dell’Ue, tra cui la Germania, che hanno forti dipendenze economiche dalla Cina”.

Francesco Ferrigno

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