C’era “Marcellone” Colafigli, uno dei boss della “Banda della Magliana”, a capo del gruppo che importava droga dalla Spagna e dalla Colombia.
Il gruppo è stato sgominato questa mattina dai carabinieri di Roma. Insieme al 70enne Marcello Colafigli, individuo che ha ispirato il personaggio del “Bufalo” nel libro, nel film e nella serie tv Romanzo Criminale, sono indagate altre 27 persone. Per 11 sono scattati gli arresti, 16 sono finite ai domiciliari e 1 ha rimediato l’obbligo di firma.
Tutti gli indagati sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, di tentata rapina in concorso, tentata estorsione in concorso, ricettazione e possesso illegale di armi, procurata inosservanza di pena e favoreggiamento personale. L’operazione è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Roma. Sul campo i carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale della capitale insieme a militari di Napoli, Foggia e Viterbo.
Le forze dell’ordine hanno così eseguito un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Roma basata su indagini cominciate a giugno 2020. Nelle carte dell’inchiesta, insomma, il sodalizio con a capo Colafigli e con base logistica proprio nell’area della Magliana e sul litorale laziale. Il 70enne ex boss della “Banda”, si trovava in regime di semilibertà.
Nonostante questo era riuscito a mantenere strettissimi rapporti con esponenti della ‘ndrangheta, della camorra, della mafia foggiana e con albanesi inseriti in un cartello narcos sudamericano. In questo modo era riuscito a pianificare cessioni ed acquisti di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti dall’estero, in particolare dalla Spagna e dalla Colombia.
Una caratura criminale di primissimo piano quella di Marcellone. Il ras è riconosciuto dalle autorità come uno dei promotori del gruppo criminale della Banda della Magliana insieme a Franco Giuseppucci, Enrico De Pedis, Maurizio Abbatino e Nicolino Selis. Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’90 la Banda ha terrorizzato Roma. Tra omicidi, droga, estorsioni, sequestri e rapporti con la destra eversiva. Ancora oggi è considerata una delle più potenti organizzazioni criminali che abbia mai operato nella capitale.
Colafigli è inoltre gravato da più ergastoli, ed è stato condannato, tra l’altro, per il sequestro e l’omicidio del duca Massimo Grazioli Lante della Rovere (considerata l’azione con cui la Banda ha iniziato la propria attività criminale) e l’omicidio, come mandante, di Enrico De Pedis alias “Renatino”. In passato a Marcellone è stata anche riconosciuta una infermità mentale ma nel 2021 è ritornato a Roma usufruendo della semilibertà. L’ultimo arresto prima di oggi nel 2021m quando è stato trovato dalle autorità in un bar di Ostia in compagnia di pregiudicati.
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