L’Italia blocca ChatGpt: OpenAI prepara una versione più potente

È già in arrivo ChatGpt-5, come ha svelato uno degli sviluppatori, Siqi Chen, su Twitter. In cosa consiste.

Open AI bloccata in Italia - Screenshot OpenAI
Open AI bloccata in Italia – Screenshot OpenAI

Il Garante per la privacy italiano ha deciso di sospendere l’accesso a OpenAI, il servizio ChatGpt, software di intelligenza artificiale sviluppato negli Stati Uniti d’America.

Il motivo del freno alla piattaforma è legato alla privacy e impone la limitazione provvisoria del trattamento dei dati degli utenti italiani nei confronti di OpenAI. Secondo il Garante, non c’è una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione dei dati personali.

Stop a ChatGpt in Italia: i motivi

In una nota si legge: “Nel provvedimento, il Garante rileva la mancanza di un’informativa agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI, ma soprattutto l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di “addestrare” gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma”.

In più aggiunge: “Come peraltro testimoniato dalle verifiche effettuale, le informazioni fornite da ChatGpt non sempre corrispondono al dato reale, determinando quindi un trattamento di dati personali inesatto”. 

Inoltre, un’altra criticità secondo il Garante per la privacy riguarda i minorenni: “Nonostante il servizio sia rivolto ai maggiori di 13 anni, l’Autorità evidenzia come l’assenza di qualsivoglia filtro per la verifica dell’età degli utenti esponga i minori a risposte assolutamente inidonee rispetto al loro grado di sviluppo e autoconsapevolezza”. 

Il Garante chiede a Open AI,che non ha una sede nell’Unione ma ha designato un rappresentante nello Spazio economico europeo, deve comunicare entro 20 giorni le misure intraprese in attuazione di quanto richiesto dal Garante, pena una sanzione fino a 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato globale annuo”. 

L’azienda: “Regolamentazione è necessaria”

Sul sito di Open AI intanto, appare scritto: “Lavoriamo attivamente per ridurre i dati personali nella formazione dei nostri sistemi di intelligenza artificiale come ChatGpt, perché vogliamo che la nostra intelligenza artificiale impari a conoscere il mondo, non i privati”. 

E ancora: “Riteniamo inoltre che la regolamentazione dell’AI sia necessaria. Speriamo quindi di poter lavorare al più presto in stretto contatto con il Garante per la privacy come i nostri sistemi siano costruiti e organizzati”. 

In arrivo ChatGpt-5: di che si tratta

Intanto il lavoro della società di AI va avanti e i progetti di ChatGpt non si fermano. È già in arrivo ChatGpt-5, come ha svelato uno degli sviluppatori, Siqi Chen, su Twitter: “Gpt5 potrebbe completare l’addestramento a dicembre e OpenAI potrebbe raggiungere AGI”. 

Quest’ultimo è l’acronimo di Artificial general intelligence: la capacità di un programma di pensare e agire proprio come una persona.