“Ogni anno facciamo il record della più bassa natalità di sempre.” Quello della denatalità e del mancato ricambio generazionale è un problema che nel nostro Paese aumenta sempre di più. A parlare sono i dati. Il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, spiega: “Nel 2021 abbiamo avuto 400mila nati. Nei primi mesi del 2022, rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente, abbiamo il 3 percento di nati in meno.” Il rapporto Istat uscirà lunedì 20 marzo, ma il presidente anticipa che “è verosimile che si sia sfondato al ribasso il tetto dei 400mila nati.” Blangiardo lo sottolinea a margine dell’assemblea del Forum delle Famiglie.
“L’Italia è un malato terminale la cui diagnosi è chiara – prosegue Blangiardo – e si conoscono anche quali sarebbero le terapie. Qualcosa si è fatto però bisogna continuare in quella direzione e accentuare alcuni aspetti. Penso soprattutto alla conciliazione vita-lavoro perché il tema non è solo il costo dei figli, ma che i figli vincolano e condizionano i progetti di vita. Quindi l’idea di avere un bambino piace ma le coppie aspettano. Conosciamo quali sono i punti deboli.” Il declino della natalità in Italia è iniziato nel 2009 ed è poi proseguito inesorabile anno dopo anno. E ritardare il lieto evento, così come sottolinea Blangiardo, sono proprio le giovani coppie. In tutte le province italiane, la media delle neo-mamme supera i 30 anni. A Milano e Firenze l’età arriva a 33,3 anni. A crollare è anche l’indice di nuzialità: nel 2021 in Italia sono stati celebrati tre matrimoni ogni mille abitanti. Nel 2006 erano stati 4,2.