Riforma fiscale, la legge delega: come cambieranno le tasse

Con la riforma fiscale il governo intende incentivare un migliore rapporto tra i fisco e il contribuente.

Riforma fiscale (generica) - Foto di Pexels.com
Riforma fiscale (generica) – Foto di Pexels.com

La riforma fiscale del governo Meloni mira alla Flat tax per tutti entro la fine della legislatura. Un’unica aliquota di prelievo sull’imponibile delle persone fisiche che riguarderà i lavoratori autonomi, dipendenti e pensionati.

La Flat Tax sarà preceduta da una fase transitoria della riduzione a tre aliquote dalle attuali quattro. Nel periodo di transizione verrà unificata la No Tax area tra i lavoratori dipendenti e pensionati, anche questo per arrivare all’aliquota unica Irpef.

Al termine di questa fase, verrà introdotta un’unica aliquota per tutti, come succede in Russia (l’aliquota è al 13%), in Estonia (20%), Romania (10%), Bosnia-Erzegovina (10%), Bielorussia (13%), Bulgaria (10%) e Ucraina (15%).

La Flat Tax dovrà rispettare il criterio della progressione del reddito previsto dalla Costituzione. E lo farà modulando detrazioni, sgravi e deduzioni che saranno inversamente proporzionali al reddito.

Riforma fiscale: come cambia l’Ires

L’imposizione sui redditi delle società e degli enti sarà rivista abbassando l’Ires. Ma dovranno essere rispettate due condizioni entro i due periodi di imposta successivi.

La prima è una somma del reddito sia impiegata in investimenti, specie in nuove assunzioni. La seconda è che gli utili non siano distribuiti tra i soci.

Confermata l’abrogazione dell’Irap. Però sarà introdotta una sovraimposta dell’Ires che produrrà un gettito equivalente per garantire il finanziamento alla sanità e alle Regioni in difficoltà dal punto di vista del bilancio sanitario.

L’Iva

L’Iva potrebbe essere azzerata su alcuni beni di prima necessità. Verranno rivisti anche i panieri di beni e servizi a cui si applica, per arrivare a una “maggiore omogeneizzazione del trattamento Iva per i beni e i servizi similari”. 

Riforma fiscale, concordato preventivo per le imprese

Con la riforma fiscale il governo intende incentivare un migliore rapporto tra i fisco e il contribuente. Per questa ragione, la scelta di eliminare la decadenza dai benefici fiscali in caso di inadempimenti formali o di minore gravità. È prevista una riduzione degli obblighi e una razionalizzazione delle dichiarazioni, incentivando le precompilate.

Per le piccole e medie imprese viene introdotto il “concordato preventivo biennale”. Si paga quanto pattuito per due anni, mettendosi al riparo da controlli successivi.

Per le imprese maggiori invece, si prevede il potenziamento della “cooperative compliance”, per favorire l’adempimento spontaneo attraverso il tutoraggio e il dialogo con l’amministrazione.

Riscossione

L’obiettivo è il superamento del ruolo esattoriale e un accesso semplificato ai pagamenti fino a 120 rate. Le sanzioni saranno riviste e diventeranno proporzionali rispetto a quanto contestato.

Quanto costerà la riforma fiscale

In base alle prime stime potrebbero essere necessari almeno 5 miliardi nella fase transitoria. Una volta introdotta la Flat tax invece, serviranno decine di miliardi. Dipenderà molto dall’entità dell’aliquota unica.

L’indizio al momento è la Flat Tax al 15% già accordata ai lavoratori autonomi fino a 85mila euro di ricavi. Nel testo della legge delega, sul reperimento delle risorse, si fa riferimento alla revisione delle tax expenditure.