
Il Consiglio dei ministri si è riunito in via straordinaria nell’Aula consiliare del Comune di Cutro oggi, giovedì 9 marzo, ed ha varato il decreto legge sui migranti.
Prevede una stretta sugli scafisti, ma potenzia anche i rimpatri e prevede la nomina di un commissario in caso di malfunzionamento di questi ultimi. La bozza è composta da dieci articoli, si prevede anche di portare il decreto flussi a tre anni. Tante insomma, le novità, mentre la città di Cutro è blindata e i cittadini dicono di sentirsi abbandonati non solo per la questione migranti.
Dl Cutro: pene aspre per gli scafisti
Il dl Cutro prevede la reclusione da 20 a 30 anni per gli scafisti se causano la morte di più di una persona. Come riporta Askanews, “Chiunque, in violazione delle disposizioni del presente testo unico, promuove, dirige, organizza, finanzia o effettua il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato ovvero compie altri atti diretti a procurarne illegalmente l’ingresso nel territorio dello Stato, ovvero di altro Stato del quale la persona non è cittadina o non ha titolo di residenza permanente, quando il trasporto o l’ingresso sono attuati con modalità tali da esporre le persone a pericolo per la loro vita o per la loro incolumità o sottoponendole a trattamento inumano o degradante, è punito con la reclusione da venti a trenta anni se dal fatto deriva, quale conseguenza non voluta, la morte di più persone. La stessa pena si applica se dal fatto derivano la morte di una o più persone e lesioni gravi o gravissime a una o più persone. Se dal fatto deriva la morte di una sola persona, si applica la pena della reclusione da quindici a ventiquattro anni. Se derivano lesioni gravi o gravissime a una o più persone, si applica la pena della reclusione da dieci a venti anni”.
I centri di permanenza e rimpatrio
Per quanto riguarda la realizzazione dei centri di permanenza e rimpatrio, nel testo riportato da Askanews, è scritto: “È effettuata, fino al 31 dicembre 2025, anche in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, nonché dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione europea“.
L’accoglienza
Il dl Cutro stabilisce anche le quote massime di stranieri da accogliere: “Per il triennio 2023-2025, le quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato, anche per esigenze di carattere stagionale e per lavoro autonomo, sono definite, in deroga alle disposizioni dell’articolo 3 del decreto-legislativo 25 luglio 1998, n. 286, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri”, scrive Askanews.