
A tre anni dallo scoppio della pandemia Covid-19, sono state chiuse le indagini sulla gestione nei primi mesi, quando la provincia di Bergamo fu duramente colpita dal virus Sars-CoV-2.
Tra febbraio e marzo 2020, nel Bergamasco ci furono 6.200 morti in più rispetto all’anno precedente. La Procura ha chiuso le indagini ipotizzando le accuse di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti d’ufficio.
Indagati Conte, Speranza, Fontana e Gallera
Gli indagati sono 19 e tra loro figurano personalità di spicco del mondo della politica e della sanità. Nel registro ci sono l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l’ex assessore della Sanità lombardo Giulio Gallera.
Anche Brusaferro, Borrelli, Locatelli e Miozzo nel registro degli indagati
Nell’atto ci sono anche il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, l’ex capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, il presidente del Consiglio superiore della Sanità Franco Locatelli e Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico nella prima fase dell’emergenza.
Inchiesta Covid: quali sono i filoni principali
L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto di Bergamo Cristina Rota, con i pm Silvia Marchina e Paolo Mandurino, con la supervisione del procuratore Antonio Chiappani. Mira a fare luce sulle responsabilità tramite tre filoni. Il primo, la repentina chiusura e riapertura dell’ospedale di Alzano, il secondo, la mancata zona rossa in Val Seriana e il terso, l’assenza di un piano pandemico aggiornato.
Secondo l’accusa, la diffusione del Covid sarebbe stata sottovalutata nonostante i dati a disposizione indicassero una situazione che si stava aggravando a Bergamo, in particolare in Val Seriana.
La Procura: “Non è un atto di accusa”
In una nota, la Procura di Bergamo ha avvisato della conclusione delle indagini sulla gestione Covid, scrivendo: “La conclusione delle indagini, com’è noto, non è un atto di accusa”. E ha specificato che è stata “oltremodo complessa sotto molteplici aspetti e ha comportato altresì valutazioni delicate in tema di configurabilità dei reati ipotizzati, di competenza territoriale, di sussistenza del nesso di causalità ai fini dell’attribuzione delle singole responsabilità e ha consentito di ricostruire i fatti così come si sono svolti, a partire dal 5 gennaio 2020″.
Inchiesta Covid, Conte: “Ho operato con senso di responsabilità”
“Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura. Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica”. Così, l’ex premier grillino Giuseppe Conte.
Speranza: “Piena fiducia nella magistratura”
“Apprendo dalle agenzia di stampa notizie riguardanti l’inchiesta di Bergamo. Ho sempre pensato che chiunque abbia avuto responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto. Io sono molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina ed onore nell’esclusivo interesse del Paese. Ho piena fiducia come sempre nella magistratura”. Queste le parole di Roberto Speranza ad Adnkronos sull’inchiesta a Bergamo.
Inchiesta Covid, le parole dei familiari delle vittime
“Da oggi si riscrive la storia della strage bergamasca e Lombarda, la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite. La storia di un’Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid19, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni“. È la dichiarazione dell’Associazione familiari vittime Covid 19 “Sereni e sempre uniti“.
Gallera: “Abbiamo affrontato il Covid a mani nude”
“Abbiamo affrontato il Covid a mani nude e, sulla base delle pochissime informazioni delle quali potevamo disporre, abbiamo messo in campo le decisioni più opportune per affrontare l’emergenza”, ha dichiarato Gallera.
Il legale di Fontana: “Appresa dai media la notizia dell’inchiesta sul Covid”
“Non avevamo il minimo segnale di partecipare al banchetto degli indagati. Fontana era stato sentito come persona informata sui fatti e da allora silenzio assoluto”. Così l’avvocato Jacopo Pensa, che assiste Attilio Fontana. “Apprendiamo prima dai media e senza alcuna notifica formale di essere tra gli indagati. Prendiamo atto che la Procura di Bergamo ha sottolineato che la conclusione delle indagini non è un atto di accusa. Vedremo, vedremo. Non è neanche un atto di difesa”.