Commissione parlamentare Covid, Cappellacci (FI) a iNews24: “Vogliamo trarre insegnamento e non ripetere gli stessi errori”

Ugo Cappellacci - Foto di Ansa Foto
Ugo Cappellacci – Foto di Ansa Foto

Con la chiusura delle indagini sulla gestione iniziale della pandemia Covid-19, torna in primo piano la proposta della Commissione di inchiesta parlamentare d’inchiesta proprio su questo tema. Ne abbiamo parlato con Ugo Cappellacci (FI), presidente della Commissione Sanità alla Camera.

Cosa si aspetta dalla magistratura?
Io normalmente su questi temi lascio che siano gli organi preposti a fare valutazioni. Quello che auspico è che so possa fare la massima chiarezza, nei tempi più brevi. Lo si deve alla memoria delle vittime e ai loro familiari. Se ci sono responsabilità – e non spetta certo al sottoscritto o alla politica evidenziarle – è bene che qualcuno lo accerti e lo faccia nel modo migliore possibile”;

Secondo lei c’è qualcosa che poteva essere fatto e non è stato fatto?
Noi in questi giorni abbiamo incardinato tre proposte di legge in commissione che riguardano l’istituzione di una commissione di inchiesta sull’emergenza Covid-19. Abbiamo iniziato il ciclo di audizione e poco fa abbiamo terminato quella di oggi. Abbiamo sentito i rappresentanti delle associazioni dei familiari, virologi (Bassetti e Galli) e giornalisti. Ma siamo ancora all’inizio. Ascolteremo ancora tutta una serie di soggetti istituzionali e non, con l’obiettivo di arrivare ad istituire una commissione che possa fare una fotografia reale di quello che è successo, accertare se ci siano state o meno criticità, errori, leggerezze, sottovalutazioni. L’intento è l’esigenza di chiarezza che si deve al Paese, alle vittime e alle loro famiglie. E vogliamo anche trarre insegnamento per il futuro e non ripetere gli stessi errori – se ci sono stati – considerato che non è escluso che possano ripresentarsi emergenze del genere. 

Uno dei filoni dell’inchiesta riguarda il piano pandemico che non era aggiornato.
Il piano pandemico risaliva al 2006. Sembrerebbe che non sia stato aggiornato. Anche gli auditi di oggi hanno aperto una finestra su questo aspetto. Ovviamente si discute anche della capacità eventuale del piano – se fosse stato aggiornato – di far fronte in modo esauriente a quell’emergenza imprevista e imprevedibile. Indubbiamente il dato oggettivo è che quel piano avrebbe dovuto esserci e non c’era”.