Naufragio Cutro, il punto sulle indagini. Salgono a 67 le vittime, trovata una bambina

Non si placano le polemiche e le opposizioni chiedono al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi di chiarire cosa sia successo. 

Strage migranti a Cutro, bare nel Palasport inews24.it 20230103 Ansa Foto
Strage migranti a Cutro, bare nel Palasport inews24.it 20230103 Ansa Foto

Sale a 67 il bilancio delle vittime del naufragio di migranti a Cutro. L’ultimo corpo estratto è quello di una bambina. Al Palamilone di Crotone è stata aperta la camera ardente dei migranti morti nella tragedia avvenuta domenica sul litorale di Steccato di Cutro.

Molti parenti delle vittime sono giunti da tutta Europa e dal Nord Italia per l’ultimo saluto e anche per i riconoscimenti, molti piangono e si disperano per la perdita dei loro cari.

Continuano intanto le ricerche via mare, via aerea e via terra, per trovare i migranti che mancano all’appello. Tra le 67 vittime ci sono una ventina di bambini. Ieri il mare aveva restituito altri due corpi: quello di un bambino di pochi anni e quello di un uomo adulto.

Naufragio Cutro: la ricostruzione

Intanto sono stati fermati i tre presunti trafficanti, indagati nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla Procura di Crotone. Sono accusati di aver condotto il barcone di fortuna dalla Turchia in Italia, in condizioni di pericolo dovute al maltempo e al mare agitato.

La barca sarebbe partita il 22 febbraio da Smirne. Gli indagati sono un cittadino turco e due pakistani che avrebbero chiesto 8mila euro a testa per il viaggio. Il riconoscimento sarebbe avvenuto grazie ai migranti, con la visione di una foto.

In queste ore si sta cercando di ricostruire tutta la vicenda e in particolare si cerca di fare luce sulle eventuali lacune nella gestione dei soccorsi. Non si placano le polemiche e le opposizioni chiedono al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di chiarire cosa sia successo.

La precisazione della Guardia Costiera

C’è un buco di sei ore, dalle 22.30 alle 4.30, durante le quali è avvenuta la tragedia. Un aereo di Frontex avrebbe avvistato il barcone sabato notte, ma la chiamata alla Guardia Costiera sarebbe arrivata solo domenica alle 4.30, quando era troppo tardi.

Quindi ora sono tanti i punti interrogativi su cosa non abbia funzionato. La Guardia Costiera ha precisato in una nota: “Nessuna segnalazione telefonica è mai pervenuta dai migranti presenti a bordo dell’imbarcazione o da altri soggetti come avviene in simili situazioni”. 

La nota prosegue: “La sera di sabato 25 febbraio un veivolo Frontex avvistata un’unità in navigazione nel Mar Ionio. L’unità risultava navigare regolarmente, a 6 nodi e in buone condizioni di galleggiabilità, con solo una persona visibile sulla coperta della nave. Il veivolo Frontex inviava la segnalazione al punto di contatto nazionale preposto per l’attività di law enforcement, informando, tra gli altri, per conoscenza, anche la Centrale operativa della Guardia Costiera di Roma”.

A seguito di tale segnalazione, la Guardia di Finanza comunicava l’avvenuta attivazione del proprio dispositivo, già operante in mare, per intercettare l’imbarcazione. Alle 4.30 circa giungevano alla Guardia Costiera alcune segnalazioni telefoniche, da parte di soggetti presenti a terra, relative a un’imbarcazione in pericolo a pochi metri dalla costa. I carabinieri, precedentemente allertati dalla Guardia di Finanza, giunti in zona, riportavano alla Guardia Costiera l’avvenuto naufragio”. Così conclude la nota.

Relazionando al Senato, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi dichiara: “Non ho alcun motivo per credere a errori o sottovalutazioni perché so come operano i nostri soccorritori”. E aggiunge che non si sottrarrà alle indagini.