Riforma Cartabia: tutte le nuove norme su separazione e divorzio

Quando la coppia ha figli minorenni, gli avvocati dei coniugi negli atti dovranno inserire anche il piano genitoriale.

Divorzio (generica) - Foto di Ansa Foto
Divorzio (generica) – Foto di Ansa Foto

Il divorzio diventerà più veloce. La riforma Marta Cartabia entrerà in vigore dal 28 febbraio e ha l’obiettivo di ridurre i tempi delle cause e la quantità degli arretrati, anche in virtù degli obiettivi del Pnrr.

Per snellire gli iter dei processi civili, arriva una novità importante riguardante la fine dei matrimoni, con nuove regole sulla separazione. Sarà possibile in un solo atto e davanti allo stesso giudice sia la richiesta di separazione sia il divorzio.

Dal primo marzo quindi, non co saranno più due riti distinti, come previsto dalla riforma dell’ex ministra Cartabia, che il governo Meloni ha deciso di anticipare.

Riforma Cartabia: i temi di divorzio e separazione

La riforma prevede un tempo di attesa di massimo 90 giorni per fissare la prima udienza, per accorciare le procedure a circa 8 mesi di tempo. Secondo l’Istat, un divorzio contenzioso dura circa un anno e mezzo, mentre secondo il Ministero della Giustizia, un divorzio senza accordo può superare i 680 giorni.

La riforma Cartabia però, prevede di presentare qualche documento in più, soprattutto in caso di figli per i quali viene previsto un piano genitoriale. E per accorpare in un’unica domanda separazione e divorzio, è necessario istituire un giudice specializzato.

Entro ottobre 2024 arriverà il nuovo Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie, che si occuperà, nelle diverse sezioni, di tutte le materie.

I documenti da presentare

La domanda per divorzio e separazione dovrà essere presentata con ricorso. Il ricorrente deve immediatamente dimostrare al giudice le prove, gli elementi di diritto e i documenti utili al ricorso, la condizione patrimoniale le quote societarie, gli estratti conto bancari e finanziati e la dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni. In caso di omissioni, il coniuge che non dichiara la reale condizione economica, potrà essere condannato a pagare le spese legali e i danni alla controparte. Il meccanismo è spiegato dall’avvocato Alessandro Caporelli Siriati sul Corriere della Sera.

Cos’è il piano genitoriale

Il presidente fissa la data dell’udienza di comparizione davanti al Collegio o al giudice delegato. La conciliazione verrà tentata alla prima udienza, insieme con le conclusioni.

Quando la coppia ha figli minorenni, gli avvocati dei coniugi negli atti dovranno inserire anche il piano genitoriale. Come spiega l’avvocato al Corriere, si tratta di un resoconto di tutte le attività che impegnano il minore: scuola, attività extrascolastiche, fino alle vacanze. Ciò servirà al giudice ad avere tutti gli elementi per decidere l’affidamento, il collocamento e il diritto di visita.

I figli minorenni saranno sempre ascoltati dal giudice, anche se minori di 12 anni e non necessariamente in Tribunale in presenza di psicologi, per prendere provvedimenti temporanei per tutelarli.

La riforma Cartabia prevede anche sanzioni al genitore che accetta il piano genitoriale ma non lo rispetta.