Auto green, Minasi a iNews24: “Firme contro lo stop Ue ai veicoli a benzina dal 2035”

Tilde Minasi - Foto di Facebook/Tilde Minasi
Tilde Minasi – Foto di Facebook/Tilde Minasi

La Lega organizza una raccolta firme per dire no al divieto europeo di produzione di auto a diesel e benzina dal 2035. L’iniziativa coinvolgerà anche i gazebo che saranno allestiti in Lazio e in Lombardia questo weekend per festeggiare il risultato delle elezioni regionali. Ai nostri microfoni, Tilde Minasi, capogruppo della Commissione Ambiente al Senato.

Perché avete organizzato la raccolta firme?
Per dire no al divieto di produzione di auto a benzina dal 2035, perché questo sarebbe un suicidio economico e sociale per il mercato italiano dell’auto, che è sempre stato essenziale per la crescita del Paese, uno straordinario volano dell’economia nei momenti di crisi come quello che stiamo vivendo oggi. La raccolta firme è online e proseguirà anche presso i gazebo che saranno allestiti questo fine settimana in Lombardia e nel Lazio per festeggiare il risultato delle elezioni regionali”;

Come conciliare sostenibilità ed economia?
Ovviamente la battaglia per la sostenibilità ambientale è doverosa. Ma è chiaro che questa debba accompagnarsi anche alla possibilità economica e sociale. Non può mettere a rischio tante situazioni nel nostro Paese”;

Cosa non funziona nel regolamento europeo?
Credo che una transizione verso la mobilità elettrica al ritmo previsto dall’Europa renderà difficile gestire senza traumi la trasformazione del nostro settore e della forza lavoro. È stato già previsto che nel solo ambito delle forniture automobilistiche, gli obiettivi di CO2 previsti dalla Commissione europea fino al 2040, metteranno a rischio oltre 500mila posti di lavoro. E questo rischio si concentrerà maggiormente tra il 2030-35. Inoltre, l’elettrificazione della mobilità comporta il pericolo, che non è di poco conto, di creare dipendenza dall’importazione di materie prime e batterie al di fuori dell’Ue. Stiamo facendo un grosso regalo alla Cina, che è il promo produttore al mondo di batterie elettriche per auto”;

Quali sono i rischi e come intendete procedere?
Ovviamente bisogna promuovere l’innovazione tecnologica, ma allo stesso tempo bisogna rafforzare il tessuto imprenditoriale italiano ed europeo. Il settore dell’automotive è uno di quelli strategici per noi e colpirlo così pesantemente in nome della sostenibilità ambientale significa colpire anche la nostra economia e la vita quotidiana delle famiglie, sia chi lavora nel settore, ma anche sotto punti di vista pratici e immediati come la mobilità individuale. Al Senato abbiamo presentato un’interrogazione al nostro ministro Salvini per chiedergli quali iniziative intende adottare per rispondere alla sfida della doppia tassazione nel settore dei trasporti e anche quale posizionamento intenda assumere nel negoziato europeo”;

Quali potrebbero essere le alternative?
Il testo non è stato contestano solo dalla Lega e da tutto il centrodestra, ma anche dall’industria dell’auto e dal suo indotto. È stata scritta una lettera congiunta. L’uso dei biocarburanti potrebbe salvare la tecnologia dei motori a combustione e nel contempo abbattere le emissioni. Questa potrebbe essere una soluzione. Nel testo sono previste due clausole, una che salvaguardia le auto di lusso, che sono in deroga alle note sulle emissioni per quanto riguarda le aziende che producono da 1000 a 10mila, la seconda prevede una sorta di freno alla direttiva in caso di problemi: nel 2026 la Commissione valuterà i progressi compiuti e se dovessero esserci dei problemi potrebbe valutare di rinviare lo stop dei motori a combustione. A livello globale tutto questo avrà un’incidenza che sarà veramente infinitesimale. Sembra che in questa direzione stia andando solo l’Europa e qualche altro piccolo Paese, mentre oltre la metà delle emissioni globali arrivano da altri Paesi come Usa e Cina. Nel contempo avremo distrutto il nostro settore produttivo più importante”.