Negoziati Russia-Ucraina, Perego (FI) a iNews24: “L’Europa è una protagonista più consistente della Cina”

Matteo Perego di Cremnago - Foto di Ansa Foto
Matteo Perego di Cremnago – Foto di Ansa Foto

Il tema dell’invio delle armi all’Ucraina e dei negoziati lontani è più attuale che mai in questi giorni, alla luce di importanti interventi internazionali e anche di quanto sta accadendo sul campo. Uno spiraglio di pace sembra arrivare dalla Cina, che ha inviato il suo ministro degli Esteri a presentare in piano di pace a Mosca. Ne abbiamo parlato con il sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago (FI).

Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, ad Agorà, su Rai Tre, ha dichiarato che è giusto sostenere Kiev. Ma allo stesso tempo, non è d’accordo con l’invio di armi che “rischino di trascinare l’Alleanza Atlantica in un conflitto diretto con la Russia”, per il pericolo nucleare. È d’accordo?
La posizione di Forza Italia è chiara e non c’è nessun equivoco: riteniamo necessario continuare a sostenere la difesa di Kiev. Abbiamo sostenuto il dl Ucraina e approvato un pacchetto contenente aiuti difensivi, sulla base di quanto sta accadendo sul campo. La Federazione russa sta utilizzando missili a danno delle infrastrutture anche civili, quindi servono sistemi che inibiscano questi attacchi”;

Gli ultimi giorni sono stati caratterizzati da momenti chiave a livello internazionale. Dalla visita della premier Meloni in Ucraina, alle parole del presidente Usa Joe Biden, passando per le dichiarazioni del capo del Cremlino Vladimir Putin. Fino alla presa di posizione della Cina, a favore di un piano per la pace.
“Le dichiarazioni di Biden mostrano la volontà di non abbandonare l’Ucraina in un momento cruciale. Dal lato del nostro governo, c’è la completa aderenza dell’Italia, rappresentata da tutta la maggioranza. Tutti noi siamo consapevoli della necessità di sostenere Kiev fino in fondo. Ma siamo consapevoli che oggi, più che assistere a un tentativo di piano di pace della Cina – anche un po’ tardivo, visto che in un anno di guerra non ha mai condannato l’aggressione russa – sia più importante che l’Europa giochi un ruolo”;

Qual è la strada?
“Si deve ragionare in maniera parallela: continuare a sostenere la difesa, anche raggiungendo una sorta di punto di equilibrio, anche con una forma di deterrenza dovuta allo stallo delle operazioni. Dall’altro lato però ci deve essere un percorso diplomatico. L’Europa deve farsi protagonista di un percorso di pace duratura nel tempo, in modo che non ci sia più bisogno di intervenire nuovamente. Noi abbiamo interessi maggiori nella stabilizzazione dell’area, perché siamo più vicini. Gli Usa sono lontani e la Cina è un partner dialogante con la Russia, ma non ha le nostre stesse aspettative”;

Ad oggi è possibile avviare un dialogo tra le parti?
Ad oggi non ci sono segnali di apertura da parte della Russia. Ma non esiste un momento specifico per avviare i negoziati. Esiste la creazione dell’opportunità di cominciare a obbligare le due parti a sedersi al tavolo, intorno a un principio che sarà quello più difficile da far digerire alla Russia: è impensabile per l’Ucraina cedere tutti i territori. I negoziati non devono partire dal presupposto che la Federazione russa tenga per sé tutti i territori occupati fino ad oggi”;

A livello istituzionale, l’appoggio dell’Italia all’Ucraina è chiaro. Ma le parole del senatore Silvio Berlusconi su Zelensky delle scorse settimane hanno creato dubbi a livello internazionale. Questo può portare problemi in politica estera, ma anche interni, al governo Meloni?
Il presidente Berlusconi non ha replicato alle affermazioni di Zelensky. Questo sta a significare quanto lui sia attendo a non creare polemica politica su una materia così delicata e complessa. Lui ha sempre ragionato su due punti fermi: la condanna dell’aggressione russa all’Ucraina, e dall’altro la volontà di lavorare per la pace. Nel dibattito politico italiano c’è qualcuno che si fa promotore in maniera più assertiva degli altri della necessità di trovare un punto di cessazione del conflitto. Berlusconi ha più volte detto che questo può passare su un piano di ricostruzione come posta da mettere sul tavolo negoziale. Ciò non genera alcuna confusione in maggioranza, la cui postura politica estera e di difesa si basa sull’emanazione di atti di indirizzo, decreti, pacchetti di aiuti, che non sono mai mancati. Credo poi, che nell’ambito di una dialettica, sia nell’interesse collettivo che ci sia qualcuno che più di altri stressi il concetto di cessazione del conflitto, per un tavolo di pace. Ma al di là di tutto bisogna chiedersi: cosa fa l’Italia per l’Ucraina? Fa abbastanza per il sostegno della pace? Io credo di sì. E credo anche che oggi l’Europa, invece di assistere al protagonismo della Cina sull’emanazione di un trattato di pace, debba avere un ruolo attivo. Per i rapporti con l’Ucraina e per quelli passati con la Russia, l’Europa può essere un attore protagonista molto più consistente di altri”.