
È di almeno undici morti e centinaia di feriti il bilancio di due nuove scosse avvenute poco dopo le 18 ore italiane di ieri, nel Sud della Turchia e nella Siria del Nord. La prima di magnitudo 6.3, la seconda di 5.8. Dalla scossa del 6 febbraio, sono saliti a 47mila i morti del sisma che ha colpito i due Paesi.
Al momento si contano 6 vittime in Turchia e 5 in Siria. Come comunicato dalla Protezione civile turca Afad, l’epicentro è stato individuato nell’area di Defne, nella provincia di Hatay, una delle più colpite il 6 febbraio.
L’Euro Mediterranean Sesmological Centre (EMSC) ha fatto sapere che la prima scossa è a una profondità di 10 chilometri ed è stata avvertita in un raggio di oltre 400 chilometri, da circa 30 milioni di persone in Turchia, Libano, Siria, Cipro e Israele.
Terremoto Siria e Turchia Guterres: “Pronti a dare altri aiuti”
“Continuo a rivolgere i miei pensieri alle popolazioni di Turchia e Siria che affrontano l’impatto delle nuove scosse di terremoto che hanno colpito l’area. Un team dell’Onu sul campo sta valutando la situazione e, se necessario, siamo pronti a fornire ulteriore supporto”. Così Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite.
La situazione in Siria e in Turchia dopo le due nuove scosse
Nelle città siriane di Aleppo, Tartus, Hama e Latakia, gli abitanti presi dal panico sono saltati giù dai tetti e dai balconi nel tentativo di mettersi in salvo. Il numero dei feriti in Siria è salito a 500.
In Turchia invece, oltre ai morti si contano 294 feriti. Il nuovo sisma ha scatenato panico. Nuvole di polvere si sono sollevate nella città. Nuovi crolli.