Regionali, il commento di Calenda

“La destra è maggioranza nel Paese. Nessuna alchimia o alleanza può cambiare questo stato di cose.” Carlo Calenda, leader di Azione, commenta il risultato delle elezioni regionali. Due i dati di più forte evidenza: la vittoria del centro-destra e il fortissimo astensionismo, con appena il 40 percento degli aventi diritto che hanno espresso la loro preferenza. Resta comunque il fatto che Rocca e Fontana hanno trionfato, rispettivamente, in Lazio e Lombardia. Staccando i candidati avversari di oltre 20 punti percentuali. Un errore, per Azione, quello di correre da soli disperdendo così i voti? “Se fossimo andati con la sinistra le cose sarebbero andate peggio”, risponde Calenda.

“Questa cosa si può cambiare solo andandosi a prendere i voti casa per casa – continua Calenda – noi siamo un partito di opinione e le elezioni regionali sono un grosso problema.” Bisogna, quindi, “fare al più presto il partito unico e continuare a lavorare per il territorio, senza deprimersi e avendo molto chiaro che stiamo combattendo una battaglia difficilissima.” E qui giungono le parole che faranno più discutere, visto che tirano in ballo la capacità stessa degli elettori di scegliere ciò che è meglio per loro: “Noi chiediamo di scegliere il candidato che riteniamo più preparato. Invece qua si vota per appartenenza. Sennò non si spiega come abbiano potuto votare, più della volta scorsa, Fontana dopo la gestione del covid.”

Regionali, Calenda: “Il Paese così affonda”. Renzi: “Risultato peggiore delle aspettative”

“Se continuiamo a votare così – affonda Calenda – il Paese altro che declinare come ha fatto negli ultimi trent’anni. Sparisce. Noi a questo ci opponiamo, siamo nati per questo.” Alle parole di Renzi fanno da contraltare quelle di Matteo Renzi, leader di Italia Viva: secondo l’ex presidente del Consiglio, il risultato del Terzo Polo “è peggiore delle aspettative. Ho ringraziato per la generosa campagna elettorale già la settimana scorsa Letizia Moratti, Alessio D’Amato e ovviamente Carlo Calenda. Il nostro destino – aggiunge – e la nostra destinazione, si conferma la casa comune dei riformisti in vista delle elezioni europee del 2024 dove sarà tutta un’altra musica.”