Opzione donna: i paletti del governo, le richieste dei sindacati

Con le nuiove regole saranno poche migliaia quelle che ne beneficeranno

Opzione donna: i paletti del governo - Foto di Ansa Foto
Opzione donna: i paletti del governo – Foto di Ansa Foto

La misura esiste, quanto sia conveniente lo capiremo nei prossimi mesi. Perché le future pensionate che nel 2023 sfrutteranno le regole di Opzione donna rischiano di essere poche migliaia dopo i paletti posti dal governo Meloni nell’ultima Manova finanziaria.

Fino allo scorso anno i requisiti prevedevano 58 anni d’età e 35 anni di contributi per le lavoratrici del settore pubblico, 59 anni d’età e semore 35 di contributi per quelle del privato. Così i calcoli portavano a prevedere almeno 40mila richiesta da qui al 2025.

Molto è cambiato però dopo l’ultima legge di Bilancio che ha dettato nuove regole nel settore. Le lavoratrici sia nel pubblico che nel privato potranno andare in pensione anticipata solo con 35 anni di contributi (maturati entro il 31 dicembre 2022) ma 60 anni d’età. Scenderà a 59 per le donne con almeno un figlio e a 58 per chi ne ha due o di più.

Poi c’è un altro paletto perché in realtà sono previste solo tre categorie: le avoratrici che assistono persone con handicap ai sensi della legge 104 (le cosiddette caregiver), chi ha un’invalidità riconosciuta di almeno il 74%. Infine chi è stato licenziata o è dipendente in un’impresa che ha aperto un tavolo di confronto per crisi aziendale. Così la platea si abbassa decisamente e nel 2023 potrebbero essere solo poco più di duemila a beneficiarne.

Opzione donna: i sindacati vogliono un dietrodfront, l’Inps ha aperto le richieste

Una ulteriore modifica però potrebbe arrivare dall’incontro previsto mercoledì 8 febbraio al ministero del Lavoro con tutte le parti sociali. Nell’ultimo faccia a faccia con la ministra Calderone la richiesta dei sindacati è stata molto chiara: cancellare tutte le novità introdotte e tornare alle regole del 2022.

Lo ha ribadito ancora nei giorni scorsi il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri: “Opzione donna sta diventando una vergogna nazionale. Pensiamo debba essere ripresa immediatamente com’era prima. Solo per risparmiare 90 milioni è stato vietato a migliaia di donne, che avevano le regole già fissate per andare in pensione, di aderire a questa opportunità”.

Inps, nuovo servizio per i cittadini - Foto di Ansa Foto
Inps, i conti di Opzione donna – Foto di Ansa Foto

Intanto da poco l’Inps ha aperto i canali per la presentazione delle domande di Opzione Donna con i nuovi requisiti. La richiesta dovrà essere presentata direttamente dalle interessate oppure attraverso un patronato. Dovrà essere indicato a quale dei tre profili di tutela si appartiene.

Si potrà fare direttamente dal sito Inps accedendo tramite Spid almeno di Livello 2, Carta Nazionale dei Servizi o Carta di identità elettronica. Per informazioni è attivo il numero verde Inps 803164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06164164 (solo da rete mobile, a pagamento in base alla tariffa applicata dai gestori).