Yana, uccisa dall’ex fidanzato: presa a sprangate e poi soffocata

L’autopsia ha rivelato le orribili modalità con cui Dumitru Stratran ha ucciso Yana: prima l’ha colpita al volto con una spranga e poi l’ha soffocata premendole un cuscino contro il viso. Il 33enne ha poi chiuso il corpo di Yana in un sacco per poi seppellirlo nelle campagne di Castiglione delle Stiviere

omicidio Yana, il ritrovamento del corpo

L’autopsia sul corpo di Yana ha rivelato le modalità con cui il 33enne Dumitru Stratran ha ucciso la donna. L’ex fidanzato, e suo assassino, ha prima colpito la ragazza al volto con un oggetto contundente, molto probabilmente una spranga. Poi, dato che Yana ha provato a difendersi a lungo, le ha premuto un cuscino sulla faccia. Fino a che la donna non è morta soffocata. Stratran era nascosto nell’appartamento di Yana da ben prima che quest’ultima arrivasse. Per questo si fa strada l’ipotesi della premeditazione, che potrebbe costare l’ergastolo al 33enne moldavo.

Dopo aver ucciso Yana, Stratran – nella notte del 20 gennaio, tra le 2 e le 5:30 – ha provato a nasconderne il corpo in una valigia. Non riuscendoci, l’ha messo dentro un sacco trascinandolo lungo le scale della palazzina. Ha poi caricato il cadavere della sua ex fidanzata nella Mercedes e ha guidato fino alla periferia di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova. Dove, una volta giunto in una zona boscosa e isolata, ha seppellito il corpo della ragazza sotto un ammasso di legna e foglie. Yana sarà ritrovata solo dopo tredici giorni in un fosso del terreno. Il movente che può aver spinto Stratran a uccidere è quello dei più orribilmente banali: la fine di una relazione. Stratran, disoccupato e dedito all’alcol, non si rassegnava alla libera scelta di Yana di porre fine a quella storia.

Sarebbero ora in aumento i testimoni che confermano le violenze subite da Yana durante la relazione con Stratran. La sera di giovedì 19 gennaio, quella prima dell’omicidio, la vittima era in compagnia dell’attuale fidanzato Andrei. Aveva quindi ricevuto messaggi e telefonate da parte di Stratran affinché rincasasse in fretta. La presunta ragione: il cane di nome Bulka, comprato assieme a tenuto a turno, aveva cominciato a star male. Era solo una scusa, ovviamente. Un modo per attirare Yana in trappola. Stratran era già entrato nell’alloggio di Yana, di cui possedeva ancora le chiavi, disattivando la telecamera interna che altrimenti avrebbe filmato l’omicidio. Gli elementi della premeditazione sembrano quindi esserci tutti.