
Pochi secondi che possono cambiare, orribilmente, la vita di chiunque. Un incidente mortale sull’Autostrada A14, nelle Marche, all’altezza di Grottammare. Un’auto si scontra con un tir. Fra quelle lamiere verranno ritrovati, morti sul colpo, l’atleta paralimpico Andrea Silvestrone e due dei suoi figli. Il terzo, Diego, è ricoverato in ospedale in gravi condizioni seppur in lieve miglioramento. La moglie di Andrea, Barbara Carota, è comprensibilmente distrutta dal dolore: “L’ho saputo da internet – dice la donna a un amico di famiglia, il sindaco di Montesilvano Ottavio De Martinis – ho digitato il nome di Andrea insieme alla parola incidente su un motore di ricerca. È stato orribile.”
Barbara aveva avuto una sorta di presentimento. Dopo un paio di telefonate andate a vuoto. Ora le sue speranze sono tutte rivolte al piccolo Diego: “Aspetto notizie. Prego e spero. Mi resta solo lui, adesso vivrò per lui.” Una famiglia distrutta in pochi secondi. Una famiglia che era sempre stata pervasa da una grandissima forza d’animo. A cominciare da quel giorno in cui i medici riferirono ad Andrea che era affetto da sclerosi multipla. “Su questa carrozzina ci sono arrivato un po’ per volta. Ci siamo conosciuti e ci siamo piaciuti”, diceva Andrea riferendosi alla moglie. Su quella carrozzina, Andrea era diventato un campione paralimpico. Aveva imparato a suonare il pianoforte e si era pure laureato, in Giurisprudenza. Qualche settimana di tempo e di laurea ne avrebbe ricevuta anche una seconda, ad honorem. In Tecnica e Metodologia dell’allenamento alla Facoltà di Scienze e Tecniche dello Sport di Isfoa.
Andrea aveva cominciato a far sport tardi, dopo quella diagnosi arrivata a 33 anni. Era così arrivato al numero 29 del ranking mondiale e numero 1 in Italia, per qualche settimana, della sua categoria quad. Un tennista paralimpico di gran livello, che sognava di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo. Su Twitter si definiva “Tennista paralimpico, avvocato, pianista, figlio, marito, papà di tre piccole meraviglie, vulcanico, imprevedibile e “in guerra contro la sclerosi multipla”!!!. Un vulcano, Andrea, che non si è davvero mai fermato per raggiungere i suoi obiettivi e i suoi sogni. Spezzati da un maledetto incidente sulla A14, in pochissimi secondi che sono risultati fatali in quella maledetta galleria di Grottammare.