Decreto anti-ong, il Consiglio d’Europa a Piantedosi: “Va ritirato”

Secondo il Consiglio ci sarebbero stati "presunti rimpatri di persone dall'Italia alla Grecia su navi private". Queste persone "sarebbero state private della libertà in condizioni preoccupanti". 

Dunja Mijatovic - Foto di Ansa Foto
Dunja Mijatovic – Ansa Foto

Il governo italiano deve considerare la possibilità di ritirare il decreto legge” sulle ong, oppure adottare tutte le modifiche necessarie durante il dibattito parlamentare, “per assicurare che il testo sia pienamente conforme agli obblighi del Paese in materia di diritti umani e di diritto internazionale”. 

La richiesta arriva da Dunja Mijatovic, commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, in una lettera indirizzata al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Il governo italiano ha risposto a Bruxelles che “i timori espressi per le conseguenze che il decreto sulle Ong potrebbe avere sulla loro capacità di salvare vite nel Mediterraneo e sulle persone salvare sono infondati”.

Decreto anti-ong: i porti lontani

In particolare la critica di Dunja Mijatovic è sull’assegnazione dei porti più lontani: “Il decreto e la prassi di assegnare porti lontani per lo sbarco delle persone soccorse in mare rischiamo di privare le persone in difficoltà dell’assistenza salva-vita delle ong sulla rotta migratoria più mortale del Mediterraneo”. 

I salvataggi multipli

Dubbi anche sul divieto dei salvataggi multipli. Queste disposizioni, secondo il Consiglio d’Europa “potrebbero ostacolare le operazioni di ricerca e soccorso delle ong e quindi essere in contrasto con gli obblighi dell’Italia ai sensi dei diritti umani e del diritto internazionale”. Anche perché “rispettando questa disposizione i comandanti delle ong verrebbero meno ai loro obblighi di salvataggio sanciti dal diritto internazionale”. 

Decreto anti-ong: la prassi dei porti del Centro e Nord Italia

Infine il Consiglio d’Europa critica la prassi di indicare come porti di sbarco le località del Centro e del Nord Italia: “L’obiettivo di assicurare una migliore ridistribuzione dei migranti e dei richiedenti asilo sul territorio nazionale potrebbe essere raggiunto sbarcando rapidamente le persone soccorse e assicurandosi che ci siano accordi pratici alternativi per ridistribuirle in altre zone del Paese”. 

“Sospendere la cooperazione con la Libia”

Ma non è tutto. Il Consiglio ribadisce anche l’invito al governo di “sospendere la cooperazione col governo libico” per intercettare le navi in mare. E infine ci sarebbero stati “presunti rimpatri di persone dall’Italia alla Grecia su navi private”. Queste persone “sarebbero state private della libertà in condizioni preoccupanti”.