
Sei coltellate. Una delle quali ha reciso la carotide. È così che è morto, sabato scorso, Romano Fagoni. Operaio di 60 anni, residente a Novolenta (provincia di Brescia) ucciso dalla moglie Raffaella Ragnoli. Sei colpi mortali che, però, non l’hanno ucciso sul colpo. Fagoni è morto dopo diversi minuti di sofferenza. Fino a quando il figlio 15enne non ha allertato, per primo, il 112. “Venite subito, l’ho ucciso”, avrebbe riferito Ragnoli al numero di emergenza.
La donna ha poi riferito agli investigatori che l’hanno interrogata che il clima familiare era diventato “esasperante”. Secondo la donna, Fagoni – dopo un infarto che aveva subito qualche settimana fa – era diventato “irascibile e minaccioso”. Rimproverando alla famiglia, cioè a sua moglie e al suo figlio adolescente, di trascurarlo. Il venerdì precedente l’omicidio, la coppia aveva cenato alla pizzeria Tortuga. Nessuno degli avventori, però, sembrava aver notato qualunque tipo di contrasto tra i due.
Fagoni aveva perso il lavoro da poco tempo. Negli ultimi mesi era diventato un tuttofare, lavorando come meglio e dove poteva per guadagnare qualcosa. Il figlio, il 15enne che ha allertato la polizia, è invece appassionato di letteratura e tiro con l’arco. Un ragazzo di cui il padre, secondo i conoscenti, parlava sempre in modo molto orgoglioso. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, è però un contrasto tra il figlio e il padre ad essere poi degenerato nell’omicidio. Secondo Ragnoli, le stessa sarebbe intervenuta per difendere il figlio dalle minacce violente del padre dopo un’aspra lite dopo una cena. La donna avrebbe temuto per l’incolumità del figlio, nonché per la sua. Un racconto che è ora al vaglio degli inquirenti: anche perché, negli anni scorsi, non risulta alcuna denuncia per maltrattamenti o violenze in famiglia.
Raffaella Ragnoli, 57 anni, è stata ora trasferita al carcere di Verziano. Le indagini sono affidate ai carabinieri di Nuvolento, guidati dal Maresciallo Nicolais Napolitano e coordinate dalla compagnia di Brescia e dalla procura del capoluogo lombardo. I militari dell’Arma stanno ora cercando di risalire al movente specifico che ha portato la donna a uccidere il marito con le sei coltellate. Fagoni era sposata Ragnoli dal 1992. L’uomo, come precisato, aveva avuto un infarto che lo aveva tenuto lontano dal lavoro per una sola settimana. Aveva fatto l’operaio a Ponte San Marco, dopodiché aveva perso il posto. Senza lavoro per circa due mesi, aveva ora trovato un impiego a Nuvolera. Nessuno, tra i conoscenti della coppia, si sarebbe aspettato un epilogo così tragico al loro rapporto.