Juventus a -15, le motivazioni della sentenza: “Illecito grave e prolungato”

La Corte d’Appello della Figc conferma, nelle sue motivazioni, la violazione dell’articolo 6: quello sulla lealtà sportiva. “Impressionante mole di documenti”, secondo la procura di Torino. Le quali provano “l’intenzionalità”

Juventus, il perché dei -15 in classifica

Le motivazioni della sentenza della Corte di Appello Figc, nei confronti della Juventus, sono arrivate. In tutto 36 pagine che spiegano il perché dei 15 punti di penalizzazione della squadra bianconera durante la stagione in corso. Nonché l’inibizione per 11 dirigenti. Il caso di cui si parla, come da cronache, è quello delle plusvalenze “gonfiate” per aggiustare i bilanci. Oggi, la Corte d’Appello Figc risponde – con la pubblicazione delle motivazioni – ai motivi della sentenza.

Primo: l’intenzionalità provata. Secondo la Corte, sono state decisive le carte dell’inchiesta Prisma: “che ha evidenziato l’intenzionalità sottostante all’alterazione delle operazioni di trasferimento e dei relativi valori.” La Corte ha ritenuto che la Juve avrebbe commesso l’illecito vista la documentazione proveniente dai dirigenti” del club “con valenza confessoria e dai relativi manoscritti, le intercettazioni inequivoche e le ulteriori evidenze relative a interventi di nascondimento di documentazione o addirittura manipolatori delle fatture.” La conclusione, sempre secondo la Corte, è che “i bilanci della Juventus non sono attendibili.”

Juventus a -15: “Ciò che prima non era noto era l’intenzionalità” della condotta

La revocazione per la Juventus è avvenuta perché è stata accolta la richiesta di rievocazione della sentenza che aveva già assolto la squadra bianconera per gli stessi reati (assieme ad altre otto società). Le carte dell’inchiesta penale hanno messo di fronte a “un quadro dei fatti ridacalmente diverso” rispetto al principio giuridico del ne bis in idem. Ossia: non si può essere giudicati due volte per gli stessi fatti. Il fatto nuovo, continuano le motivazioni, è che ciò che “prima non era noto è proprio l’avvenuto disvelamento della intenzionalità sottostante all’alterazione delle operazioni di trasferimento e dei relativi valori.” Con la presenza “di un sistema fraudolento in partenza (quanto meno sul piano sportivo) che la Corte federale non aveva potuto conoscere.”

Tali fatti nuovi fanno rientrare il caso della squadra piemontese in quanto previsto dall’articolo 63 del codice di giustizia sportiva che consente, appunto, la revocazione, “in ragione dei caratteri di diversità e autonomia che lo connotano.” Vista la specificità della giustizia sportiva. Dove “anche un’assoluzione ottenuta per due gradi di giudizio, se conseguente alla mancata conoscenza di fatti invece decisivi per un’eventuale condanna, è soggetta al giudizio di revocazione». Questo perché il legislatore sportivo era motivato dal volere «rimuovere decisioni che, per uno dei tassativi casi indicati, appaiano, nella sostanza, distorsive del senso di giustizia.”

Penalizzazione Juve: perché -15 e non -9?

Altro punto caldo: quello dei punti di penalizzazione. Perché meno 15 e non meno 9, come chiesto dall’accusa? Tenuto conto dei precedenti che hanno riguardato alterazioni contabili protratte per più esercizi ovvero di rilevanti dimensioni ed intensità (che in passato hanno portato a penalizzazioni di valore oscillante ma, in taluni casi, anche significative), si ritiene necessario rideterminare la sanzione rispetto alle richieste della Procura federale. La Corte federale è chiamata al difficile compito di svolgere funzione anche di giudice di equità e deve quindi proporzionare effettivamente la sanzione alla gravità dei fatti scrutinati, potendo anche aggravare la sanzione richiesta dalla Procura federale.” Ora il club bianconero avrà 30 giorni di tempo per presentare ricorso al Collegio di Garanzia del Coni, che – ad ogni modo – giudica solo su questioni di legittimità e non di merito.