Non c’è pace per Dino Giarrusso. Dopo aver annunciato il suo ingresso nelle fila del Partito Democratico (con tiepidissima reazione da parte della platea) ora arriva uno stop da parte di Stefano Bonaccini. Il candidato alla segreteria del Pd e presidente della Regione Emilia Romagna non pone il veto assoluto ma, al contempo, non accoglie l’ex cinque stelle a braccia aperte: “Noi siamo un partito aperto a tutti – spiega Bonaccini – se Giarrusso vorrà iscriversi, prima di tutto chieda scusa a chi ha ferito in passato e dimostri di accettare le regole e il percorso del Pd.”
D’altra parte, questa adesione spontanea da parte di Giarrusso al Pd pare non se l’aspettasse proprio nessuno. Nello staff del governatore Bonaccini, infatti, fanno sapere che “l’endorsement” giarrussiano è del tutto autonomo e per nulla concordato. Dal palco della manifestazione programmatica tenuta a Milano, Giarrusso avrebbe dovuto parlare di comunicazione digitale. Non annunciare adesioni politiche. Via libera, quindi, agli imbarazzi generalizzati. Con Brando Benifei, capo delegazione del Pd in Europa, prima indicato come responsabile della scaletta degli interventi, poi sollevato da qualunque “colpa” in tal senso. Sia come sia: Giarrusso l’annuncio l’ha fatto. Starà ora al partito decidere se accettare o meno la sua adesione in virtù del suo passato da antidem “duro e puro”.
Giarrusso, si complica ingresso nel Pd. Bonaccini: “Basta polemiche, parliamo di lavoro e imprese”
Dopo le polemiche, però, è lo stesso Bonaccini a voler parlare di altri temi. A partire dal lavoro e dalle imprese, “che creano occupazione”. Per sfidare poi la Destra sui temi della tassazione: “Loro propongono la tassa piatta per premiare chi sta meglio, noi contrapponiamo la priorità dei redditi da lavoro e l’aumento degli stipendi, a cominciare da infermieri e insegnanti. Sui migranti il governo ha isolato l’Italia con la fallimentare strategia contro le Ong, e gli sbarchi sono aumentati. Noi diciamo che per gestire le emergenze umanitarie serve più Europa, non più sovranismo.” Elly Schlein, principale rivale di Bonaccini nella corsa alla segreteria, risponde al governatore: “La campagna va benissimo, saremo la sorpresa di queste primarie — assicura da Bologna —. Stanno arrivando i giovani, un ricongiungimento familiare. Abbiamo valori antichi ma vogliamo rinnovare questo partito, il suo metodo e la sua classe dirigente.”