
È tempo di bilanci per il governo di Giorgia Meloni. Passati i primi 100 giorni, quali promesse ha mantenuto la leader di Fratelli d’Italia, prima donna premier della storia della Repubblica italiana?
In questi primi mesi non sono mancati alti e bassi nel centrodestra a Palazzo Chigi, che non appena insediatosi ha dovuto fare i conti con il caro-energia e la prima legge di Bilancio.
Ma prima ancora, ha dovuto abbassare i toni da campagna elettorale e portati avanti quando Fratelli d’Italia era all’opposizione. E trovare un punto di incontro tra le promesse fatte agli elettori e quanto era fattibile con le risorse economiche a disposizione del governo.
Governo Meloni e l’Europa
Partiamo dalla maggioranza. Giorgia Meloni, sul fronte internazionale, ha prima di tutto dovuto mediare con alcune uscite fatte dai membri dei partiti che compongono il suo governo, principalmente Lega e Forza Italia, sulla posizione dell’Italia nei confronti della guerra in Ucraina.
Lo scontro con le opposizioni
Dal punto di vista interno invece, non sono mancati scontri con le opposizioni su temi quali la pace fiscale, la flat tax e la stretta al reddito di cittadinanza. Ma non sono mancate nemmeno le raccomandazioni dell’Ue sul Pos e sull’uso dei contanti. La legge di Bilancio 2023 è stata infine approvata senza troppe critiche dall’Europa e tenendo anche a bada lo Spread.
La premier ha deciso di portare avanti l’impostazione del governo Draghi, incassando alla fine l’ok di Bruxelles. E proprio a Bruxelles si è tenuto il suo primo viaggio all’estero, forse per smentire le accuse di antieuropeismo ricevuta da Fratelli d’Italia e anche dalla Lega.
Giorgia Meloni e i migranti
Ma non è mancato uno scontro anche in Europa. Il tema è l’immigrazione, su cui Meloni ha avuto un incidente diplomatico con il presidente francese Emmanuel Macron per la questione della nave Ocean Viking, della Ong Sos Mediterranee, che aveva soccorso 200 migranti nel Mediterraneo e a cui l’Italia non ha offerto un porto.
Proprio il tema dei migranti, insieme con il dossier del Mes, potrebbero essere i più difficili da affrontare in Europa. C’è anche il Pnrr: su questo la premier dovrà tener conto degli impegni presi.
Lo sciopero dei benzinai per il decreto trasparenza
La prima vera difficoltà interna è stata quella con i benzinai. Con la legge di Bilancio infatti, sono finiti gli sconti sulle accise, con il conseguente aumento dei prezzi dei carburanti. Il decreto trasparenza ha complicato la situazioni, con lo sciopero dei benzinai.
L’arresto di Matteo Messina Denaro
Nei primi cento giorni del governo Meloni è stato arrestato il superboss Matteo Messina Denaro, che la premier ha considerato una grande vittoria da parte dello Stato, e che ha fatto tornare attuale il tema della riforma della giustizia. In particolare sull’importanza dell’uso delle intercettazioni, che il governo ha intenzione di modificare.
C’è poi il fronte delle scuole, con il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che ha avanzato proposte che rischiano di alzare il livello dello scontro politico.
Giorgia Meloni e il decreto rave
Un altro scontro è stato sul decreto rave, che il governo ha portato avanti con forza perché contiene la norma sull’ergastolo ostativo, ma che ha visto il no delle opposizioni proprio sulle manifestazioni musicali. Infine, il reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle.