Spesa militare: la linea bipartisan del Parlamento italiano

L'artiglieria pesante italiana in dotazione all'Esercito, sarebbe "intorno al 25%". 

Armi (generica) - Foto di Pexels.com
Armi (generica) – Foto di Pexels.com

Spesa militare: in Parlamento potrebbe continuare l’intesa tra quasi tutti i partiti a continuare a perseguire l’obiettivo del 2% del Pil.

La minaccia russa è una spinta a investire nella Difesa più di quanto abbia fatto finora”, ha dichiarato la premier Giorgia Meloni, che da questo punto di vista segue la linea del predecessore Mario Draghi.

Va diffusa la cultura della Difesa”, ha detto alla Camera il ministro della Difesa Guido Crosetto, in linea con il predecessore Lorenzo Guerini. La necessità è dettata non tanto dagli accordi Nato, quanto dalla guerra in Ucraina, che ha giù indotto altri Paesi a investire maggiormente nelle armi. Tra questi la Germania, che ha destinato alle Forze Armate circa 100 miliardi.

Le armi italiane, secondo il presidente della Camera Giorgio Mulè, “stanno più o meno con le pezze alla terga”. Il tema non è solo “ripristinare le scorte”, come ha spiegato Crosetto, ma strutturale e riguarda tutte le armi, che sarebbero diventate meno alla luce degli aiuti destinati a Kiev nell’ultimo anno.

L’artiglieria pesante italiana in dotazione all’Esercito, sarebbe “intorno al 25%”. L’Aeronautica possiede aerei di ultima generazione, ma non ha abbastanza missili. La Marina invece, ha carenza di personale ma navi all’avanguardia.

Borghi (Pd): “Si impongono scelte comuni”

Tutti i partiti di maggioranza e opposizione, sarebbero su questa linea. “È l’attuazione di una politica estera. E con una guerra in corso, con lo scontro globale tra democrazie e autocrazie, una capacità di sintesi e di scelte comuni si impone”, dichiara il democratico Borghi, come riporta il Corriere.

Sulla stessa linea sarebbe anche il Terzo Polo. Sembra invece contraria la linea del Movimento 5 Stelle, anche se proprio l’ex premier Giuseppe Conte aveva portato avanti la promessa fatta a Trump di “arrivare al 2% del Pil”.