
È terminato con una stretta di mano l’incontro tra la premier Giorgia Meloni e il Guardasigilli Carlo Nordio, durante il quale hanno stabilito il cronoprogramma delle riforme della giustizia.
La presidente del Consiglio e anche i rappresentanti dei partiti di maggioranza, più volte nei giorni scorsi hanno smentito una probabile tensione tra i due, sul tema delle intercettazioni.
Meloni aveva ribadito più volte la stima nei confronti di Nordio, ricordando come Fratelli d’Italia lo abbia accolto nel partito, candidato e una volta eletto, il suo nome sia stato fortemente spinto per diventare ministro della Giustizia.
Tra i temi che il Guardasigilli dovrà affrontare ci sono l’abuso di ufficio, con il traffico di influenze e il processo di digitalizzazione della macchina giudiziaria, oltre che le intercettazioni e la separazione delle carriere. Punti questi due, che verranno affrontati più avanti.
L’incontro tra Meloni e Nordio è durato circa tre ore. Prima di approfondire gli interventi, la premier attende di leggere i testi. Il ministro ha specificato che quello della giustizia “è un cantiere sempre aperto”.
Riforma della giustizia: il pressing di Terzo Polo e Berlusconi
Ma c’è pressing da parte di Berlusconi e dal Terzo Polo: “Ai sacrosanti impegni del nostro ministro Nordio dovevano seguire i fatti, le norme su cui lavorare concretamente in Parlamento sono assolutamente importanti. Però Nordio ha indicato la strada giusta, finalmente una strada garantista, che per noi è irrinunciabile”, ha dichiarato il Cavaliere.
“La riforma della giustizia è chiesta più o meno da tutti i partiti, negli ultimi 20 anni credo. È ora di farla”, auspica Carlo Calenda.