
Non c’è solo Quota 103, anche se resta la modifica principale, nei piani del governo Meloni per modificare il piano pensionistico in Italia e archiviare la Legge Fornero. Nelle ultime ore infatti è spuntata una nuova ipotesi, frutto di un emendamento presentato come prima firma del deputato Domenico Matera (Fratelli d’Italia).
L’idea è chiara: rivolgersi ai dipendenti pubblici che hanno raggiunto i 67 anni di età ma non hanno ancora maturato i 36 anni di contributi. Secondo l’emendamento, “possono, su base volontaria, richiedere che la permanenza in servizio prosegua fino al raggiungimento del settantesimo anno di età”, come si legge nell’emendamento al Decreto Milleproroghe.
Toccherà comunque all’amministrazione pubblica presso la quale il dipendente presta servizio accogliere la richiesta. E soprattutto, come è chiaramente specificato, tutto questo potrà avvenire a patto che non ci siano “nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Al momento infatti la possibilità di restare in servizio anche dopo l’età pensionabile è riservata solo ad alcune categorie specifiche, come i dirigenti sanitari.
Dipendenti pubblici: spunta un nuovo emendamento, ma sarà solo su base volontaria
La misura teoricamente dovrebbe andare a compensare possibili mancanze di personale che si potrebbero manifestare nelle amministrazioni pubbliche con l’avvento della Quota 103. Se davvero tutti quelli con 62 anni di età e 41 anni di contributi decidessero di accedere, sarebbero quasi 10mila i dipendenti pubblici.
Ma qui si apre un problema in più, legato ai concorsi pubblici. Perché con la possibilità di restare al lavoro fino a 70 anni, il ricambio generazionale sarebbe anche più rallentato e quindi diminuirebbero i posti per chi spera di entrare.
Un’ipotesi che comunque è già stata bocciata da Maurizio Landini, segretario della Cgil. “Se il governo vuole applicare la nostra piattaforma, non c’è bisogno di andare in pensione a 70 anni, ma si può con 41 anni di contributi. Mi sembra che questo governo stia facendo esattamente l’opposto di quello che aveva promesso durante la campagna elettorale. Avevano annunciato che bisognava andare in pensione con 40 anni di contributi indipendentemente dall’età”.
In ballo al momento c’è anche un altro emendamento al Decreto Milleproroghe a firma di Antonio De Poli (Noi Moderati). Porta il pensionamento, tra il 1° gennaio 2023 e il 31 dicembre 2026, il a 72 anni di età per il personale medico, sia dipendente che convenzionato, del Servizio sanitario nazionale. Anche in questo caso comunque su base volontaria.