
I venticinquenni non ci pensano, i sessantenni ci ragionano. Ma in realtà nessuno di quelli che vedono la pensione lontanissima oppure più vicina può sapere con certezza quando potrà andare con precisione e soprattutto quanto gli arriverà sul conto.
Sono calcoli empirici, perché sta per arrivare la nuova riforma del governo Meloni legata a Quota 103. Quindi potrebbe cambiare ancora una volta tutto, anticipando la pensione per gli uomini di 1 anno e 10 mesi e per le donne di 10 mesi rispetti ai tempi attuali.
La verità è che il calcolo, anche con le leggi attuali, dipenda da più variabili. La prima è legata a quando il singolo ha cominciato a lavorare, ma lo ha fatto con i contributi a posto e quindi questa è una discriminante. Un controllo preso gli sportelli dell’Inps, oppure tramite Spid o Carta d’Identità Elettronica, è sempre consigliato almeno dopo una certa età.
Perché le false illusioni e i calcoli empirici non portano da nessuna parte se non sono suffragati da dati certi e solo gli Enti di previdenza hanno in mano le carte. In generale comunque i requisiti certi per calcolare la pensione sono quelli legati all’età e quindi oggi salvo casi particolari si può andare a 67 anni di età con 20 anni di contribuzione. Ma anche quelli legati all’anzianità contributiva: allo stato attuale: 41 anni e 10 mesi per le lavoratrici, un anno in più per i lavoratori.
Pensioni, arriva il calcolo fai-da-te: come possiamo quando saremo liberi
Il ragionamento è molto semplice: prima abbiamo iniziato a lavorare, prima potremo ritirarci se siamo stati fedeli ai contributi o ancora meglio se i datori di lavoro hanno rispettato tutto. Chi invece è certo di aver subito interruzioni e salti, dovrà affidarsi di più al requisito legato unicamente all’età anagrafica.
In ogni caso esistono già un paio di strumenti messi a disposizione dall’Inps per capire la propria situazione e a quanto potrebbe ammontare l’assegno pensionistico. Sulla cifra pesano la categoria professionale, perché l’assegno è più basso per i lavoratori autonomi, e i conti dello Stato. Con un PIL più basso, anche le pensioni in generale lo saranno.
Ecco quindi che intervengono i simulatori dell’Inps. Il primo è “La Mia Pensione futura”, a questo indirizzo. La simulazione è basata su un reddito futuro ed un PIL valutati con una crescita dell’1,5% annuo.
Il secondo strumento invece è “Pensami – Pensione a misura” che trovate qui. Permette a tutti i cittadini di calcolare le proprie prospettive pensionistiche senza nessuna registrazione, inserendo alcuni dati anagrafici e inerenti alla contribuzione. E presto arriverà anche la versione App per dispositivi mobili.