Intercettazioni, Pittalis (FI) a iNews24: “Spesso usate non per la ricerca della prova, ma del reato”

Pietro Pittalis - Foto di Pietro Pittalis/Facebook
Pietro Pittalis – Foto di Pietro Pittalis/Facebook

Ai microfoni di iNews24, Pietro Pittalis, vicepresidente della Commissione Giustizia alla Camera per Forza Italia, sulle intercettazioni telefoniche. “Quello che stanno agitando in questi giorni le opposizioni è un falso problema: sono ricostruzioni inesatte. Nessuno le contesta o le mette in discussione in riferimento ai reati di mafia e terrorismo”, dichiara.

Onorevole, dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro è tornato attuale il tema delle intercettazioni, strumento fondamentale nelle indagini contro la mafia. Il dibattito politico è acceso, tra la maggioranza che vuole apportare modifiche e i partiti di minoranza che invece si oppongono. Facciamo il punto.
Bisogna innanzitutto sgombrare il campo dalle ricostruzioni falsate da parte delle opposizioni e di settori della magistratura. Il ministro Nordio, tutte le forze di maggioranza e anche di opposizione come Italia Viva, hanno ribadito, anche nel corso del dibattito in Camera e Senato, che non ci saranno riforme che toccheranno le intercettazioni su mafia e terrorismo. Il problema è un altro”;

Quale?
Il problema è l’uso indiscriminato e strumentale che si è fatto delle intercettazioni attraverso la divulgazione di conversazioni – talvolta anche prive di rilievo penale o di attinenza alle indagini – che hanno distrutto vite e carriere. Un altro problema riguarda il numero delle utenze intercettate, quindi ai costi relativi, che sono davvero alti se si tiene conto anche del numero di condanne passate in giudicato all’esito di processi nei quali ci si è avvalsi di questo strumento come metodo di ricerca della prova. Inoltre abbiamo potuto verificare anche l’uso delle intercettazioni contra legem: cioè non di ricerca della prova, ma del reato. Tutti questi sono aspetti che il ministro Nordio e anche Forza Italia vogliono mettere in evidenza per intervenire sull’uso distorto che se n’è fatto, anche in merito a persone non indagate”;

Entriamo nel merito: lei parla di uso indiscriminato e strumentale delle intercettazioni.
“Le intercettazioni arrivano sulla stampa perché qualcuno le dà ai giornalisti. Quindi da questo punto di vista, bisognerebbe sicuramente ricercare un maggior rigore procedurale e occorre intervenire sul profilo deontologico dei magistrati e della polizia giudiziaria, perché tutto ciò che è oggetto di inchiesta attraverso le intercettazioni, rimanda nel fascicolo delle indagini. Spesso anche persone non indagate vengono coinvolte e finiscono sui giornali. E sappiamo che è facile manipolare e selezionare il contenuto delle conversazioni”;

Le ordinanze sono pubbliche. Inoltre è implicito non pubblicare nomi o conversazioni di persone non indagate.
Lei tocca il punto. E anche il ministro Nordio ha richiamato l’articolo 15 della nostra Costituzione che dice chiaramente che la segretezza delle comunicazioni è inviolabile e può essere eccezionalmente limitata dall’autorità giudiziaria. Ma questo è l’eccezione. Invece quello che è successo negli ultimi 30 anni è diverso: la regola è stata lasciare pubblicare tutto. Mi citi un caso in cui ci sia stato un procedimento disciplinare nei confronti di un magistrato dopo la pubblicazione di notizie. Le indagini sono tali fino a che le parti non sono convocate davanti a un giudice in dibattimento e dovrebbero restare nella riservatezza. L’esperienza invece, dice che tutte queste regole sono state violate, perché non ci sono strumenti sanzionatori adeguati per porre fine a questa vergogna, che è soprattutto in violazione di diritti costituzionali che attengono alla sfera della riservatezza”;

Come si esce da questa situazione?
Per i reati di mafia e terrorismo, forze dell’ordine e magistratura devono usare le intercettazioni nel modo che ritengono più adeguato. Allo stesso modo però, è fuori dubbio che estendere l’uso del Trojan ai reati per cui prima era limitato, è un modo ancora più invasivo. Con questo metodo vengono captate tutte le attività e le conversazioni di qualcuno che entra in contatto con altro persone. È stato esteso ai reati contro la pubblica amministrazione in maniera abnorme: da strumento eccezionale diventa ordinario per svolgere le indagini. Dunque, bisogna meglio precisare regole e responsabilità. Penso che il ministro Nordio a breve proporrà al Parlamento un testo articolato. Noi ci confronteremo dando tutto il nostro supporto. E ripeto, nessuno vuole mettere un bavaglio alle indagini e all’uso delle intercettazioni, ma deve essere regolamentato per porre fine all’abuso a cui abbiamo assistito in questi anni”.