
Stando a una prima ricostruzioni delle indagini, i tifosi della Roma e del Napoli che ieri si sono scontrati nell’area di servizio sull’A1, si sarebbero dati appuntamento.
Il motivo potrebbe essere stato un regolamento di conti per l’omicidio di Ciro Esposito, ucciso nel 2014 dal romanista Daniele De Santis. Per questo abbiamo intervistato Antonella Leardi, la madre del ventiseienne napoletano, che dopo la morte del figlio ha fondato l’Associazione Ciro Vive e non ha mai smesso di chiedere la fine delle violenze, non solo negli stadi. “Sono assolutamente contro ogni forma di violenza, perché mio figlio è morto vittima di quest’ultima. Non si può morire per una storia di pallone, non lo concepisco. Da nove anni mi batto nelle scuole per parlare con i giovani di questo. Ogni sorta di violenza e istigazione non fanno parte della mia vita, soprattutto dopo quello che mi è successo”, dichiara Antonella Leardi ai microfoni di iNews24.
Pare che sullo sfondo delle violenze di ieri ci sia la morte di Ciro: cosa direbbe ai tifosi che ieri si sono scontrati?
“Direi loro che questa non è una guerra. Andare a vedere una partita di pallone per tifare la propria squadra, non è una guerra. La vita è così breve e preziosa, che invito queste persone a stimarla e a riflettere: fate in modo che nessun’altra mamma pianga, io ancora sto piangendo. E ragionate da persone intelligenti. Questo è il mio messaggio”;
Una punizione come quella di “chiudere” le competizioni calcistiche per qualche tempo, com’è stato proposto in passato, potrebbe essere una soluzione per porre fine alla violenza nel calcio?
“Io non so cosa pensare. Ma non è giusto che vengano punite anche persone che amano questo sport. Però se questo può arginare gli atti di violenza, ben vengano. Tuttavia credo che la soluzione sia ben diversa”;
Ad esempio?
“Vanno trovate strategie per arginare i fenomeni. Potrebbe essere da esempio il modello Inghilterra, che almeno nel loro Paese ha permesso di porre fine a questa violenza inaudita. Come vada applicato, non lo so, ma gli enti preposti sicuramente saprebbero come fare”;
Come dovrebbe essere ricordato invece Ciro?
“Il ricordo di Ciro è costante tutti i giorni e deve essere di amore e di vita, perché lui amava la vita. I veri morti sono le persone che fanno queste cose: sono morte dentro. Ciro oggi è più vivo che mai”.