Benedetto XVI santo, Menorello (Ditelo sui tetti) a iNews24: “Credo che oggi si sia aperta una strada molto bella”

Domenico Menorello - Foto di Facebook
Domenico Menorello – Foto di Facebook

Domenico Menorello, coordinatore della rete Ditelo sui tetti, network di associazioni di impostazione cattolica, avvocato ed ex parlamentare di Scelta Civica, ai nostri microfoni commenta la possibilità che il Papa emerito Benedetto XVI diventi Santo.

“Benedetto XVI santo subito”: è lo striscione apparso questa mattina in piazza San Pietro prima dei funerali del papa emerito, ma anche un dibattito portato avanti dal giorno della sua morte. Un commento.
Possiamo trovare la risposta nell’enorme afflusso di devoti a salutare Benedetto XVI, con questo gesto così umano di pietà, di ricordo, davanti alla sua salma. I numeri parlano di un sentimento popolare molto più radicato di quanto possiamo immaginare. Mi ha molto colpito un punto dell’omelia di Papa Francesco, in cui racconta del Papa emerito come un pastore amato dal popolo che l’ha seguito e che lui ha amato. Benedetto XVI ha dimostrato umiltà nei confronti del popolo e di poter rispondere alla sete di verità che alberga in tutti noi. Proprio nel passaggio di Papa Francesco e nel gesto del popolo in questi tre giorni, troverei l’indizio che Benedetto XVI viene avvertito pieno di santità e di una vita che mostra fascino: i Santi sono persone che possiamo evocare e seguire tutti i giorni. Quindi credo che si sia aperta una strada molto bella”;

Se dovesse diventare Santo, servirebbe l’ok di Papa Francesco?
Per quel poco che conosco di diritto canonico, credo che di norma si attenda un periodo di almeno 5 anni prima di avviare la postulazione di una causa che porti alla beatificazione e alla santità. Come abbiamo visto in esempi recenti, questo periodo può essere più corto e credo che serva una deroga da parte del Pontefice per accelerare il tempo canonico per iniziare la causa di beatificazione”;

Che figura è stata, secondo lei e nell’immaginario collettivo, quella di Benedetto XVI?
Chi ha la fortuna di vivere nella comunione della fede, ha avuto la possibilità di imparare dal magistero di Benedetto XVI che “la fede non è una riflessione”, ma la possibilità di un incontro pieno di fascino per la propria vita. E lui, al di là delle etichette che gli sono state appiccicate addosso, ha sempre parlato della fede come di un incontro sia in termini personali sia di teologia. Ci ha spiegato che la fede è vita, dandoci la possibilità non solo di non contrapporre fede e ragione, ma ci ha prospettato anche che la prima, concepita come non una teoria, purifica la seconda, perché consente alla ragione di vedere meglio ciò che le è proprio”;

Si spieghi…
“La ragione domanda un senso e la fede raccoglie questo grido, dandogli compimento: quindi è l’atto più ragionevole che ci sia. Il magistero di Papa Benedetto è stato straordinario sotto questo profilo: molti, a ragione, lo invocano come dottore della chiesa, ma io direi quasi un dottore dell’uomo”;

Ha accennato alle etichette che sono state affibbiate a Benedetto XVI: quali sono?
Per molti anni si è cercato di inserirlo nella contrapposizione tra oscurantismo e progressismo, tra conservatorismo e politically correct. Penso che ora ci sia ancora più voglia di re-imparare il suo magistero. Con molte associazioni in questi giorni stiamo pensando di aiutarci con qualche gesto di studio e lavoro per riprendere il magistero di Benedetto XVI con le sue encicliche, approfondendole”;

La decisione di dimettersi di Benedetto XVI è stata una tematica controversa…
Per me è stato un inno alla libertà. Papa Benedetto, oltre ad aver proposto una fede piena di ragione e capace di purificarla com’è stato detto, ne ha proposta anche una che esalta la libertà della persona, come Dio fa con ognuno di noi. Scegliendo di non sottostare anche ai più giustificati canoni e considerando altri fattori in quel momento, ha fatto vedere che il servizio alla Chiesa e alla verità viene assolutamente prima del proprio ruolo. Ha dimostrato che si può rinunciare con grande libertà al proprio ruolo e al proprio potere, esaltando la missione della Chiesa. Credo che abbia dato una prova di libertà straordinaria, con buona pace di tutte le etichette. Chi sarebbe stato capace di rinunciare a un potere di questo tipo per un amore più grande?”.