
Monta la polemica sullo Spid dopo la decisione del governo Meloni di modificarlo. In molti, soprattutto sul web, si sono preoccupati perché ormai l’identità digitale è diventata una comodità per velocizzare tante pratiche burocratiche che altrimenti si sarebbero rivelate lunghe e sicuramente inefficienti.
In Italia, da quando è nato, sono state erogate più di 33 milioni di Spid ed emesse più di 32 milioni di carte di identità elettroniche. A questo va aggiunto anche il numero di Cie, altro strumento utilizzato, che è la carta di identità digitale.
Spid e Cie: qual è il piano del governo
Il piano del governo, come ha spiegato il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti al Corriere della Sera, è far confluire lo Spid nella Cie, “per averne solamente una, nazionale e gestita dallo Stato”.
Cie garantirebbe maggiore sicurezza rispetto allo Spid, sarebbe utile anche per l’identità digitale europea che dovrebbe nascere nel 2025, ed andrà rilasciata in “remoto, a costo zero e in 24 ore”.
“Non c’è nessuna intenzione”, quindi, da parte del governo, “di disperdere l’esperienza e il patrimonio innovativo dello Spid, ma la volontà di migliorarlo e farlo evolvere per creare un modello italiano di identità digitale”, ha aggiunto Butti.