
Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico di Genova, ai nostri microfoni dà alcuni consigli per proteggersi dall’influenza stagionale.
Professore, è possibile ammalarsi contemporaneamente di influenza e di Covid?
“Assolutamente sì. Anche se va detto che il Covid è profondamente diverso da come l’abbiamo conosciuto nel 2020 e 2021. Le sue manifestazioni chimiche sono limitate quanto trova sulla sua strada l’immunità da vaccino o da guarigione. Ad oggi, in una co-infezione tra influenza e Covid predomina di gran lunga l’influenza”;
Quali sono i sintomi?
“Una febbre che arriva anche a 39-40 per tre o 4 giorni, dolori alle ossa, tosse, mal di testa, diarrea, mal di pancia”;
Perché, in caso di co-infezione, prevarrebbe l’influenza sul Covid?
“L’influenza trova sulla sua strada meno anticorpi di quanto non ne trovi il Covid. Il nostro sistema immunitario è meno forte nei confronti dell’influenza”;
Questo vale solo per le persone vaccinate o per tutti?
“Questo vale nei confronti delle persone vaccinate. In chi non è vaccinato il Covid, purtroppo, è esattamente come nel 2021. Oggi siamo in grado di gestire meglio la malattia perché abbiamo a disposizione più farmaci e più conoscenze, ma chi non è immunizzato potrebbe essere colpito ugualmente dalla polmonite. Forse quest’ultima sarebbe meno aggressiva rispetto al virus originario. Ma qualcuno ha raccontato che Omicron è meno aggressiva e non è vero”;
Si spieghi…
“Omicron è meno aggressiva perché su di essa funzionano molto bene i vaccini e l’immunità naturale. Se non si ha né l’uno né l’altro, la malattia è uguale all’anno scorso. Chi denigra i vaccini e porta avanti la teoria secondo cui la pandemia dura due anni a prescindere dai vaccini, è stato ampiamente smentito da quanto sta accadendo in Cina: lì muoiono come mosche peggio di tre anni fa. E viene smentito anche da chi ha la variante Omicron ed è avanti con gli anni: ha manifestazioni cliniche uguali a prima”;
Quali sono i rimedi per l’influenza?
“In ospedale utilizziamo un antivirale, l’Oseltamivir, nelle prime fasi dell’infezione, ma può essere usato anche a casa. Poi ci sono i farmaci sintomatici, che intervengono sulla febbre. Ma attenzione: non bisogna agire sulla febbre in maniera costante. Ciò significa che il paracetamolo non va preso tre volte al giorno, ma solo al bisogno, in caso di febbre superiore a 38,5. La febbre è un meccanismo di difesa del nostro organismo: se la si spegne sul nascere ci si priva di questo meccanismo di difesa. Altri farmaci sintomatici, oltre al paracetamolo, sono l’ibuprofene, il ketoprofene e l’acido acetilsalicilico”;
Quali antibiotici vanno assunti?
“Per l’influenza non vanno assolutamente presi gli antibiotici, non servono. Anzi, fanno male”;
Esistono rimedi naturali che funzionano?
“I cosiddetti “rimedi della nonna”. Per l’influenza rimane la legge delle tre L: lana, letto e latte. Bisogna riposarsi, stare a casa, bere latte o tè e miele. L’influenza ha necessità di sfogare: quindi tutto ciò che facciamo per accelerare la guarigione non va bene”;
Un’analisi dell’andamento del Covid…
“In questo momento si assiste a una riduzione significativa dei casi e di tutti gli indici che abbiamo conosciuto in questi due anni. Purtroppo però, vediamo molti più casi di quanti ce ne sono in realtà, perché facciamo molti tamponi agli asintomatici e in ospedale per i cosiddetti “doppi-binari”. I casi sono molto meno dell’influenza. Il virus è all’angolo in Italia e in buona parte del mondo occidentale. I vaccini lo hanno messo nella condizione di nuocere molto meno. In ospedale vanno i non vaccinati, i vaccinati senza quarta dose, gli ultraottantenni che non hanno la quinta dose e i grandi immunidepressi. Per tutti gli altri il Covid è molto meno di un’influenza, infatti oggi la mortalità è inferiore a quella dell’influenza”;
Alessandro Vergallo, presidende nazionale dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani ha dichiarato all’AdnKronos che a metà gennaio ci sarà un aumento di ricoveri in terapia intensiva causato dal Covid.
“Mi preoccupa molto di più l’effetto Natale sull’influenza che sul Covid. Come ho detto, la maggior parte degli italiani è in grado di difendersi dalle forme più aggressive. Non penso che ci sarà un impatto sulle terapie intensive di pazienti con polmoniti. Attenzione: non sto parlando di chi va in ospedale con tampone positivo ed è asintomatico. Mi preoccupa molto di più la circolazione dell’influenza in questo periodo natalizio. Probabilmente troverà, nella prima settimana di gennaio, un iper afflusso sui pronti soccorso e se questi inizieranno a ricoverare ci sarà una pressione sulle intensive. Sicuramente avremo un aumento dei casi di Covid, ma non ci saranno picchi come nel 2021. Credo che il sistema sanitario nazionale a gennaio soffrirà più per l’influenza che per il Covid”.
Consiglia l’uso delle mascherine?
“Non lo consiglio a tutta la popolazione. Ma come ho sempre detto lo consiglio alle persone anziane, che nonostante i vaccini potrebbero avere problemi a causa dell’influenza e del Covid. La logica da cui dobbiamo uscire è l’uso della mascherina per tutti. Sono favorevole alle raccomandazioni di usarla, di vaccinarsi, di igienizzare le mani. Ma è finito il periodo dell’emergenza, durante il quale dovevamo difendere il sistema sanitario nazionale: ora resta una decisione individuale”