
Con la manovra economica è possibile andare in pensione usufruendo di Quota 103. Peserà nel 2023 circa 850 milioni di euro, somma che comprende la rivalutazione maggiorata delle pensioni minime, pari a 210 milioni.
La misura prevede di dire addio al mondo del lavoro a 62 anni con 41 di contributi versati. Ci sono novità anche per quanto riguarda Opzione donna, che sarà limitata alle lavoratrici che si occupino anche della cura delle famiglie o che siano disabili. Il criterio poi, varia a seconda del numero dei figli. Vediamo come si calcolano le pensioni.
Quota 103: come funziona
Da gennaio sarà possibile lasciare il lavoro, tenendo però conto del fatto che non si potrà avere un assegno superiore a 5 volte i trattamenti minimi. Le pensioni minime subiscono un adeguamento con un assegno che andrà dai 525,38 euro al mese a 571,60 euro, cioè 46 euro in più. L’assegno per chi andrà in pensione anticipata non potrà quindi superare i 2.815 euro lordi mensili.
Le misure precedenti, cioè Quota 100 e 102 scadranno in base al raggiungimento dei requisiti, quindi nei prossimi anni le domande potranno ancora essere presentate purché i criteri siano stati raggiunti entro il 2021 nel primo caso e nel secondo entro il 2022.
Opzione donna: le novità
Le donne che vorranno andare in pensione con Opzione donna, dovranno avere almeno 35 anni di contributi versati e 60 anni. Ma la manovra Meloni prevede l’uscita per l’età anticipata a 59 o 58 anni se si hanno uno e due figli.
Le condizioni per accedere a Opzione donna riguardano anche le caregiver, cioè le donne che assistono conviventi con disabilità gravi o parenti e affini di secondo grado conviventi, le invalide civili e le lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è in corso un confronto per la gestione della crisi aziendale.
Per presentare la domanda di prepensionamento bisognerà aspettare 3 mesi dal raggiungimento del requisito, che diventano sei se si lavora nelle Pa. La prima data utile per Opzione donna è agosto 2023.
Cambia anche l’Ape sociale
Si tratta della pensione sociale a 63 anni con 32 di contributi versati. Possono accedervi determinate categorie di lavoratori, disoccupati, invalidi, che assistono familiari disabili, addetti ai lavori gravosi.
Il tetto dei contributi scende a 30 per i disoccupati da lungo tempo, invalidi civili e caregiver. I lavoratori precoci che hanno già versato 41 anni di contributi potranno lasciare il lavoro subito.