Fringe benefit, il bonus da 3mila euro funziona? Tutti gli ostacoli

Il primo dubbio riguarda il fatto che la maggior parte delle aziende, soprattutto quelle più grandi, hanno già chiuso il bilancio per il 2022.

Operaia al lavoro (generica) - Foto di pexels.com
Operaia al lavoro (generica) – Foto di pexels.com

La soglia dei fringe benefit nella manovra economica targata Meloni sono aumentati da 600 a 3mila euro. La novità è entrata in vigore da dieci giorni, dalla pubblicazione del decreto Aiuti Quater in Gazzetta ufficiale.

Gli erogatori di questi incentivi cominciano a mostrare i primi dubbi, perché sembra che le imprese che aderiranno saranno poche. L’impatto dei fringe benefit esentasse quindi, anche a causa del fatto che termineranno il 12 gennaio 2023, sia quasi zero. Il governo Meloni li ha previsti per fornire un sostegno maggiore agli italiani per il pagamento delle utenze domestiche.

Fringe benefit: molte aziende hanno già chiuso i bilanci

Il primo ostacolo riguarda il fatto che la maggior parte delle aziende, soprattutto quelle più grandi, hanno già chiuso il bilancio per il 2022. Le spese per i 12 mesi sono già state pianificate, soprattutto perché in queste periodo le imprese hanno dovuto affrontare molti imprevisti tra il caro-energia e le difficoltà nel reperirele materie prime.

I dipendenti potrebbero aver esaurito il proprio credito

Altre difficoltà riguardano il fatto che molti pensionati, dipendenti pubblici, partite Iva e impiegati, non hanno le risorse per fornire un welfare aziendale. Chi invece, tra i dipendenti privati potrebbe beneficiarne, potrebbe aver già esaurito o consumato il proprio credito, considerato l’aumento delle spese di quest’anno.

Fringe benefit: i dubbi di Confindustria

I fringe benefit non ci convincono molto, primo perché la platea che ne usufruisce è molto ridotta e secondo perché si sposta la palla nel campo delle imprese. Alcune le potranno erogare, altre solo in parte, e altre ancora no perché non sono nelle condizioni di farlo”. Questa la denuncia di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria.

I tempi ridotti

Un altro problema, come detto, riguarda il tempo molto ridotto per l’erogazione dei fringe benefit. La data ultima è fissata infatti al 12 gennaio 2023.

Fringe benefit: come ottenerli

Coloro che possono beneficiarne invece, devono rivolgersi al proprio datore di lavoro. Le imprese non hanno alcun obbligo nei confronti dei lavoratori, ma queste erogazioni sono deducibili al 100% e riducono l’imponibile fiscale, la differenza tra lo stipendio lordo e i contributi previdenziali.

Quando l’accordo viene raggiunto, i fringe benefit si possono erogare ed ottenere in due modi: il rimborso delle spese già sostenute dal dipendente o il pagamento diretto da parte dell’azienda delle successive bollette di acqua, luce e gas, comprese quelle condominiali. Anche in questo caso la decisione è del datore di lavoro.