Col tempo continuano ad unirsi dettagli sul caso di Michele Merlo, adesso è un gruppo di esperti a svelare la verità
Quanto è accaduto oltre un anno e mezzo fa è scandaloso e chi deve pagare è sotto processo, ma nel frattempo i dettagli che emergono sulla sua morte sono ancora più frustranti e da far perdere la ragione.
Era il 6 giugno 2021 quando Michele Merlo ha chiuso gli occhi per sempre. Quello che l’ha colpito è un’ischemia dovuta alla leucemia promielocitica acuta, un sottotipo della leucemia ma più aggressivo, detta fulminante, che può uccidere il malato nel giro di pochissimi mesi, settimane o giorni a seconda del suo avanzamento, qualora non ci dovesse essere un intervento tempestivo. L’intervento tempestivo, purtroppo, non c’è stato, anzi: il problema di Mike è stato sottovalutato per due volte di seguito.
Attualmente è indagato il medico di base di Michele Merlo, Pantaleo Vitaliano, in quanto il paziente si presentò nel suo studio medico con un vistoso livido che è stato attribuito ad un trauma. Tuttavia, il legale della famiglia sostiene che sussistono i presupposti per l’esercizio dell’azione penale, a causa della presunta condotta gravemente colposa del medico, perché sembrerebbe che il trattamento del paziente sarebbe potuto iniziare già la mattina del 27 maggio.
Gli esperti sono certi: Michele Merlo poteva essere salvato

La mattina del 2 giugno, Michele si è recato all’Ospedale Maggiore di Bologna dove gli è stata diagnosticata una tonsillite. Di lì a poco, Mike si è spento nella stessa struttura. Un consulente della famiglia Merlo, tuttavia, sostiene di gran lunga che Mike si sarebbe potuto salvare con un intervento tempestivo e lo dichiara al Corriere del Veneto: con le terapie a disposizione, infatti, la mortalità diminuisce del 10% e le due terapie disponibili garantiscono la sopravvivenza a quattro anni rispettivamente del 89% e del 93%.
Ad oggi, il sostituto procuratore Jacopo Augusto Corno sta valutando se chiedere il rinvio a giudizio dello specialista oppure se archiviare l’inchiesta. Proprio il medico, infatti, in sua difesa continua a sostenere di essere stato tratto in inganno dallo stesso Mike che sosteneva di essersi causato quell’ematoma durante un trasloco.