WhatsApp, questi coupon sono truffe: attenzione a non cliccare nessun link

In periodo di crisi il risparmio è ciò cui pensiamo prioritariamente, ma attenzione a chi si fa beffa di un momento di difficoltà anche su WhatsApp

Ci sono degli hacker che approfittano dei momenti di peggiore crisi degli utenti per proporre coupon che sono, in realtà, inesistenti. Ancor più complicato è quando questi diventano vere e proprie catene di Sant’Antonio.

WhatsApp
WhatsApp (AnsaFoto)

Indubbiamente WhatsApp detiene ancora il record di applicazione di messaggistica più utilizzata al mondo, quella con più utenti e proprio per la sua popolarità nasconde insidie alquanto fastidiose. Le catene di Sant’Antonio sono una di queste, ancor più se all’interno nascondo pericolosi virus che vorrebbero accedere ai dati dei nostri smartphone. Purtroppo l’ingenuità la fa da padrona, specialmente tra i meno esperti che non si curano dei messaggi che ricevono e cascano ad ogni parola di esso.

Non è una novità, infatti, che su WhatsApp spesso e volentieri girano dei coupon Amazon, MediaWorld, LIDL e tanti altri che contengono link su cui cliccare. Ovviamente ad essere pericolosi sono proprio quei link che, una volta cliccati, possono risultare fatali per gli utenti: di lì a poco tutti i dati verranno rubati e usati per un proprio tornaconto.

WhatsApp, attenzione ai buoni benzina: allerta massima a questi messaggi

Il logo WhatsApp (web source)

Questa volta, su WhatsApp stanno circolando dei buoni carburante. In periodo di crisi risparmiare sulla benzina può far comodo a tanti, quindi gli hacker stanno facendo leva sul costo alto di essa per accaparrare quanta più gente possibile promettendo 100 euro di buono. Inutile specificare che si tratta di una vera e propria truffa, con la scusa del coupon gli utenti sono indirizzati a cliccare su un link per compilare un form che sembra essere studiato perfettamente, in cui inserire i propri dati e ricevere il buono.

Nel tempo, gli hacker hanno affinato le loro tecniche per rubare i dati e spesso a fornirglieli siamo proprio noi con un pizzico di ingenuità. A seguito dell’acquisizione di dati riservati i cybercriminali possono mettere in atto atti legati a furti d’identità online e all’attivazione di profili fasulli, nonché un vero e proprio saccheggio dei propri conti.