
Il Superbonus nel 2023 non sarà più 110% ma 90%, come previsto dal governo Meloni.
Nel decreto Aiuti Quater è stata inserita la rimodulazione per le spese dei condomini del prossimo anno. Per chi è proprietario di una villetta invece, la condizione è che si tratti della prima casa e che il reddito del proprietario non superi la soglia dei 15mila euro.
Cos’è il quoziente familiare
La soglia è frutto di un calcolo basato anche sul quoziente familiare, cioè, spiega il Corriere citando una sua intervista ad Alessandro Santoro (docente della Bicocca ed ex consigliere del Mef), “un sistema per tassare i cittadini tenendo conto del carico familiare e quindi dei figli”.
Superbonus 90%: come si calcola il quoziente familiare
In pratica, la somma erogata viene calcolata, nel caso delle prime case, in base alla somma dei redditi dell’anno precedente, di tutti i componenti della famiglia. Questa somma viene divisa per 1 se ‘è un solo richiedente. Il coefficiente sale a un altro 1 se c’è un convivente. Un familiare a carica aggiunge 0,5. Due familiari aggiunge 1, tre o più familiari aggiunge 2.
Mentre a parità di reddito, l’Isee considera in parte il patrimonio, il quoziente familiare considera solo il reddito complessivo. Sempre Santoro al Corriere ha spiegato che questo sistema “ha degli svantaggi. Due in particolare: premia soprattutto i ricchi con redditi alti, inoltre disincentiva il lavoro femminile”.
Gli svantaggi
Con il quoziente familiare in pratica si fa una media dei due redditi e li si tassa con la stessa aliquota. Di conseguenza se il marito ha un reddito più alto ha un’aliquota più bassa rispetto al caso in cui fosse single, mentre la moglie con un lavoro part time avrebbe un’aliquota più alta.