Pensionati in fuga dall’Italia: i Paesi perfetti per vivere meglio

l quotidiano Repubblica ha intervistato alcuni testimoni che hanno spiegato di essersi trasferiti grazie a condizioni economiche e sociali favorevoli. 

Spiaggia Tunisia (generica) - Foto di Ansa Foto
Spiaggia Tunisia (generica) – Foto di Ansa Foto

Non sono solo i giovani a lasciare l’Italia. Secondo l’ultima edizione del Rapporto della Fondazione Migrantes, gli over 65 iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire) sono aumentati del 103,5% dal 2006 ad oggi.

I pensionati, com’è ovvio, emigrano per ragioni diverse rispetto ai ragazzi, e scelgono i Paesi con un trattamento fiscale favorevole agli stranieri che trasferiscono la residenza. E in alcuni casi la vita è migliore che in Italia.

Pensionati all’estero: le mete preferite

Tra le mete preferite ci sono la Tunisia, il Portogallo. Il quotidiano Repubblica ha intervistato alcuni testimoni che hanno spiegato di essersi trasferiti grazie a condizioni economiche e sociali favorevoli. 

Condizioni di vita tranquille

Quando si viene in Tunisia, se poi vai via ti manca. C’è un cielo che è diverso dal nostro: mentre le parlo sta arrivando la notte, ci sono dei colori incredibili”, ha spiegato Roberto, 72 anni, dirigente in pensione del Monte dei Paschi di Siena, a La Repubblica.

C’è anche la testimonianza di Enrico, pensionato Inail di 75 anni, che racconta di una Roma incivile: “Nella mia città, Roma, se devi attraversare un incrocio la gente in auto continua a passare, non ti vede nemmeno. In Portogallo non è così”.

Tassazioni favorevoli

Altri pensionati hanno raccontato a La Repubblica di condizioni economiche favorevoli, migliori dell’Italia. “Quando mi sono trasferito in Vila Real de Santo Antonio (Portogallo) la tassazione dei pensionati stranieri era zero. Dal 2021 è passata al 10% per via della protesta dei Paesi dell’Europa del Nord, soprattutto Svezia e Finlandia. Ma vivere qui è comunque conveniente, anche perché lo stipendio medio dei portoghesi è tra gli 800 e i 1.100 euro”. 

Anche in Tunisia, racconta ancora Repubblica attraverso le voci degli intervistati, la tassazione è favorevole: “Qui si paga il 4,5%, in Italia pagherei circa il 40%. E il costo della vita è un terzo rispetto a quello dell’Italia”.