
Sergei Shoigu, ministro della Difesa russo, ha ordinato all’esercito di ritirarsi da Kherson, occupata dal primo marzo, per stabilire una nuova linea difensiva sulla riva orientale del fiume Dnipro. Se fosse confermata, si tratterebbe di una delle più importanti ritirate della Russia e di una possibile svolta della guerra.
Kherson è una delle città ucraine più grandi tra quelle conquistate dai russi e quanto Putin ne confermò l’annessione a settembre affermò che sarebbe rimasta “per sempre” sotto la protezione nucleare di Mosca.
Surovikin: “La priorità sono i nostri soldati”
Il generale Sergei Surovikin, comandante dell’intera operazione contro l’Ucraina, nella tv di stato ha dichiarato che non era più possibile inviare i rifornimenti. “Comprendo che sia una decisione difficile, ma allo stesso tempo così facendo preserviamo ciò che è importante, la vita dei nostri soldati e in generale, l’efficacia dell’esercito, che sarebbe futile concentrare in un’area limitata della sponda occidentale”.
Anche Shoigu è d’accordo con la decisione: “Per noi la vita dei soldati russi è sempre una priorità, e dobbiamo anche tenere in considerazione la minaccia alla popolazione civile. Si proceda al ritiro e si prendano tutte le misure necessarie per trasportare in sicurezza personale, armi e mezzi oltre il fiume”.
Le possibili conseguenze del ritiro da Kherson
Una delle conseguenze della ritirata da Kherson potrebbe essere che una porzione della Crimea torni sotto il controllo ucraino, insieme con depositi di munizioni e stazioni ferroviarie.
Kiev per ora fa appello alla prudenza: “Bisogna separare le parole dai fatti”, ha dichiarato all’agenzia Reuters Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, “finché la bandiera ucraina non sventolerà su Kherson, non ha senso parlare di ritiro russo, non prendiamo in considerazione questi annunci”.
Zelensky: potrebbe essere una trappola
Podolyak ha fatto sapere anche che ci sono ancora militari russi in città. Nei giorni scorsi il presidente ucraino aveva dichiarato che i russi potrebbero stare fingendo in merito alla ritirata, con l’obiettivo di tendere una trappola all’esercito ucraino.
Sul piano diplomatico, il Ministero degli Esteri russo ha fatto sapere che Mosca è pronta a discutere con l’Ue le modalità di uscita dalla crisi, ma ogni proposta deve avere un valore aggiunto per Mosca. Quindi bisognerà anche tenere conto della situazione sul campo. “L’Ue sembra voler minare completamente la sua economia – per placare gli Stati Uniti – prima di accompagnare i suoi appelli al dialogo con mosse specifiche. Per quanto ci riguarda, siamo aperti a discutere le modalità di uscita dalla crisi attuale. Tuttavia, qualsiasi proposta dovrebbe tenere conto della situazione sul campo e avere un valore aggiunto per questo Paese”, ha dichiarato la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.