
Il reddito di cittadinanza sta per subire modifiche sostanziali che erano già state annunciate dalla coalizione di centrodestra durante la campagna elettorale. Il governo è al lavoro per rivedere la misura. Riccardo Zucconi, deputato di Fratelli d’Italia, ai microfoni di iNews24 spiega quali potrebbero essere i cambiamenti del sussidio.
Onorevole, una delle modifiche che potrebbe riguardare il reddito di cittadinanza è la durata del sussidio. Oggi viene percepito fino a che non si trova un lavoro, ma si parla di una durata massima. Come potrebbe cambiare?
“Il problema che si è sempre posto sul rdc è che durasse all’infinito, perché il meccanismo delle chiamate non era chiaro e lasciava la possibilità percepirlo per lunghissimi periodi. Oltretutto associandosi anche a fenomeni di lavoro in nero, nel quale le persone continuavano a percepire il reddito di cittadinanza anche se lavoravano senza dichiararlo. Questo era un problema. Nella scorsa legislatura avevo già proposto un emendamento in merito”;
Quale?
“Prevedeva che l’offerta di lavoro potesse arrivare anche dalle ditte private e non solo sai centri per l’impiego. L’obiettivo era rendere più stringente il meccanismo. Perché è chiaro che se le offerte di lavoro diventano effettive, dopo aver rifiutato la terza proposta congrua, il reddito sarebbe cessato. Questo emendamento fu approvato, ma non è stato messo in pratica”;
Perché?
“Non è stato messo in atto perché a questo emendamento approvato sarebbero dovute seguire una serie di mosse organizzative che non sono avvenute. In quel modo le aziende avrebbero dovuto avere accesso agli elenchi di chi cercava lavoro per poterli chiamare. Evidentemente questa cosa non è stata considerata accettabile”;
Qual è la strada da perseguire adesso?
“La stessa che abbiamo sempre detto. Quella si assicurare un sostegno a chi non può lavorare per ragioni varie ed escludere dal reddito di cittadinanza tutti coloro che sono agevolmente in grado di trovare un impiego e che quindi, non possono pesare sulle casse dello Stato”;
Una delle proposte avanzate è la sospensione del reddito per chi non ha ancora trovato un lavoro, affiancato all’accompagnamento verso un’occupazione con corsi di formazione. Con i soldi risparmiati dal reddito, si finanzierebbe la riforma delle pensioni.
“Premettendo che è tutto allo studio e sarà compito dei Ministeri trovare soluzioni tecniche, il principio deve restare lo stesso: lo Stato deve aiutare chi non ce la fa. In un Paese civile le persone non possono essere abbandonate a se stesse, ma chi può lavorare deve farlo. Non è pensabile che un 25enne venga mantenuto dallo Stato, perché in questo modo si genererebbe un meccanismo perverso che fa danni da tutte le parti. Poi bisogna stare attenti con le modalità di riduzione e verifica a non fare altre ingiustizie, perché il rdc penalizzava anche chi lavorava”;
Cosa intende dire?
“Se la differenza tra lo stipendio di un lavoratore e l’ammontare del reddito è poca, è un’ingiustizia. Bisogna fare una riforma andando con i piedi di piombo, e che risponda a questi principi”;
Passiamo ai navigator: che fine faranno?
“Purtroppo i centri per l’impiego, che io ricordi, non hanno mai funzionato nella storia. E nel caso del reddito di cittadinanza non hanno funzionato nemmeno i navigator, che hanno trovato un lavoro per se stessi più che altro”;
Potrebbero essere inseriti nei centri per l’impiego?
“Se venissero inseriti nei centri per l’impiego che non erano efficienti già prima, è difficile che riescano a fare qualcosa. Non può funzionare così. Ed è un discorso generale del mercato del lavoro italiano. Io dico che le risorse e gli impegni andrebbero messi semmai per favorire l’occupazione piena”;
A cosa si riferisce?
“Penso al problema della stagionalità del settore turistico. Impegniamoci piuttosto, insieme con le associazioni di categoria, a garantire un lavoro tutto l’anno, in modo che diventi più appetibile e dignitoso. Ma fare ulteriori tentativi di aggiustare i navigator e il rdc, secondo me è un buco nell’acqua”;
Insomma, secondo lei la figura dei navigator non deve rientrare nelle modifiche del rdc…
“Secondo me no. Lo Stato ha bisogno di tante figure, ma non come i navigator. Anche il discorso dei lavori sociali che era previsto all’interno del meccanismo del rdc si è rivelato un buco nell’acqua. Facciamo scelte serie, e magari ricominciamo a fare turnover nella pubblica amministrazione delle figure che servono veramente e non facciamo più finta di voler dare lavori che non hanno né senso né produttività”;
Come dovrebbe funzionare secondo lei il meccanismo dell’inserimento nel mondo del lavoro da parte dei percettori del reddito di cittadinanza?
“Ci muoviamo sempre nella logica del rdc che io contesto alla base. Però è chiaro ed evidente che se un percettore del reddito da parte dello Stato riceve una proposta di lavoro, o la accetta oppure perde il sussidio”;
Se contesta, come dice, il rdc, ritiene che vadano previsti altri strumenti di welfare?
“Sì. E dovrebbero essere strumenti che aiutino chi realmente non ce la può fare. Dopodiché dovrebbero essere riformati i centri per l’impiego e servirebbe una maggiore sinergia tra questi ultimi e le aziende. Affidando magari anche alle associazioni di categoria delle capacità di interagire per migliorare l’accesso al mondo del lavoro. Non è uno scherzo: le aziende agricole e quelle del turismo quest’anno si sono trovate con 350mila assunzioni in meno, li cercavano e non li trovavano”;
Di fronte a contratti a termine, c’è chi preferisce perdere il reddito di cittadinanza. Forse andrebbe rivoluzionato il mondo del lavoro?
“Appunto. Bisogna lavorare per migliorare l’aspetto della stagionalità e il netto delle buste paga che oggi è bassissimo. I due interventi seri da fare sono aumentare gli stipendi ai lavoratori e rendere continuativi gli impieghi. E non tentare di rimaneggiare una norma (il reddito di cittadinanza ndr.) nata in modo ideologico e strumentale e che è difficile da rendere efficiente”.