Intervista a Bice Biagi, figlia dello storico e compianto intellettuale e giornalista Rai, che è scomparso esattamente 15 anni fa
Ieri è stato celebrato il quindicesimo anniversario dalla scomparsa di uno dei più grandi giornalisti ed intellettuali dello scorso secolo. Ovvero Enzo Biagi, personaggio di grande spessore che manca alla TV di oggi.
Enzo Biagi morì il 6 novembre del 2007, nella sua abitazione a Milano. A ricordarlo c’ha pensato ieri la figlia Bice, protagonista di una intensa chiacchierata al programma Rai Domenica Per.
La donna ha raccontato diversi aneddoti riguardo al padre, un uomo che aveva fatto la guerra, addirittura entrato nella Resistenza partigiana. Già all’epoca era cronista, tant’è che fu lui ad annunciare alla radio americana la liberazione dell’Italia il 25 aprile 1945.
Il lato religioso di Enzo Biagi: la figlia Bice svela la confessione di suo padre
Enzo Biagi era dunque un uomo di sinistra, un liberale che aveva visto nascere e svilupparsi la Repubblica italiana. Ma non era di certo un personaggio chiuso nelle sue idee, bensì aveva molto da spartire anche con altri lati della medaglia.
Bice Biagi, nell’intervista di ieri, ha svelato che suo padre ha sempre avuto un occhio di riguardo per preti e sacerdoti: “Ne frequentava molti. Aveva molti amici sacerdoti, religiosi, ma erano tutti preti scomodi, figure un po’ fuori dagli schemi. Non posso dimenticare il legame profondo che ha avuto con il cardinale Ersilio Tonini, assiduo frequentatore di casa nostra. Non so di cosa parlassero, ma erano molto legati”.
Inoltre un retroscena piuttosto clamoroso: “Mio padre Enzo mi chiamò poco prima di morire e mi confidò che si sarebbe confessato nel pomeriggio“. Una decisione sorprendente per un uomo che in precedenza si era spesso definito ateo o addirittura agnostico dal punto di vista delle credenze religiose.
Altro intervento interessante della figlia di Biagi riguarda le interviste della sua carriera: “Diceva che ogni persona che intervistava gli lasciava qualcosa. Ha sempre avuto un atteggiamento molto civile ed educato con chi aveva davanti. Gli unici a cui non strinse la mano furono i criminali nazisti Reder e Kappler ed un killer di prostitute. Lo affascinava molto l’avvocato Gianni Agnelli, in quanto loro condividevano una generazione e avevano un ottimo rapporto”.