Norma anti-rave, Meloni: “Non negheremo il dissenso”, ma cresce il fronte del no

"A negarlo in passato, semmai, sono stati proprio coloro i quali oggi attaccano i provvedimenti del nostro esecutivo", afferma la premier.

Rave Party Modena - Foto di Ansa Foto
Rave Party Modena – Foto di Ansa Foto

Oggi il Senato alle 15 è chiamato ad annunciare il decreto legge sull’ergastolo ostativo, le nuove normative anti-Covid e la norma anti-rave. L’iter per la conversione in legge dei tre provvedimenti comincerà da Palazzo Madama. All’ordine del giorno, anche le comunicazioni del presidente del Senato per la formazione delle commissioni permanenti.

Meloni: “Fiera della norma anti-rave”

Quella sui rave party, “è una norma che rivendico e di cui vado fiera perché l’Italia, dopo anni di governi che hanno chinato la testa di fronte all’illegalità, non sarà più maglia nera in tema di sicurezza. È giusto perseguire coloro che, spesso arrivati da tutta Europa, partecipano ai rave illegali nei quali si occupano abusivamente aree private o pubbliche, senza rispettare nessuna norma di sicurezza e, per di più, favorendo spaccio e uso di droghe. Le strumentalizzazioni sul diritto a manifestare lasciano il tempo che trovano, ma vorrei rassicurare i cittadini che non negheremo a nessuno di esprimere il dissenso”. 

La premier: “Non negheremo il dissenso, semmai l’hanno negato chi attacca i provvedimenti del nostro esecutivo”

Così la premier Giorgia Meloni su Facebook, spiegando che non sarà negato il diritto a manifestare il dissenso: “A negarlo in passato, semmai, sono stati proprio coloro i quali oggi attaccano i provvedimenti del nostro esecutivo, difendendo di fatto chi invade terreni ed edifici altrui”. 

Mollicone (FdI): “Può essere applicata ai palazzi occupati pubblici o privati”

Federico Mollicone di FdI, in collegamento con l’Aria che Tira su La7 ha dichiarato: “Questa norma può essere applicata giustamente ai palazzi occupati pubblici o privati come accade a Roma, capitale d’Italia del sindaco Gualtieri, penso al centro storico, all’Esquilino, dove c’è lo Spin Lab, dove facevano feste di Capodanno a pagamento, per lucro, senza misure di sicurezza, tre piani sotto terra”. 

La polemica del Pd: “Esiste già una norma che punisce i rave”

La norma anti-rave sta scatenando le polemiche dell’opposizione. “Mentre tutta Italia è concentrata a discutere su pseudo norme anti rave, il governo Meloni non sta facendo niente per le bollette. Molto abili, ma dura poco“, scrive sui social Alessia Morani (Pd). “Per tutti quelli che la sinistra non vuole il rispetto dell’ordine, vuole i rave party e critica la Meloni per partito preso. Cari amici virtuali, vorrei informarvi che nel codice penale italiano esiste già una norma che punisce i rave party. Si tratta dell’art 633 del codice penale e basterebbe solo applicarlo”.

Morani (Pd): “Per com’è scritta può creare problemi”

La nuova norma anti-rave, secondo Morani, “per come è scritta può creare molti problemi e va eliminata o corretta radicalmente. Questo è il testo dell’articolo 633 del codice penale: Chiunque invade arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a due anni o con la multa da 103 euro a 1.032 euro. Si applica la pena della reclusione da due a quattro anni e della multa da euro 206 a euro 2.064 e si procede d’ufficio se il fatto è commesso da più di cinque persone o se il fatto è commesso da persona palesemente armata. Se il fatto è commesso da due o più persone, la pena per i promotori o gli organizzatori è aumentata“, conclude.

Dubbi anche in maggioranza, Zanettin (FI): “Presenterò emendamenti”

Anche dalla maggioranza arrivano dubbi in merito alla norma anti-rave. “Condivido la necessità di punire assembramenti e occupazioni abusive o lo spaccio di droghe che avviene nei rave ma credo sia una norma scritta troppo in fretta: doveva essere meglio delineata la fattispecie astratta nel rispetto dei principi di tassatività, tipicità e determinatezza e ridotto il massimo edittale, credo che 4 anni possano bastare“, dichiara Pierantonio Zanettin, senatore di Forza Italia. “Mi riservo di presentare emendamenti, quando il provvedimento sarà discusso in Parlamento”, aggiunge, specificando che la norma “doveva essere più precisa e con un’interpretazione costituzionalmente orientata al rispetto dell’articolo 17 della Costituzione”, che sancisce il diritto a riunirsi pacificamente.