Iran, Mahsa Amini: la protesta su due fronti che minaccia il regime islamico

In riferimento anche ad Alessia Piperno, il portavoce degli Esteri iraniano ha affermato: "Chiediamo agli stranieri di rispettare le nostre leggi". 

Proteste per Mahsa Amini - Foto di Ansa Foto
Proteste per Mahsa Amini – Foto di Ansa Foto

Il regime iraniano continua a reprimere le proteste delle aree curde nell’Ovest del Paese, ma i cittadini non si fanno intimorire e continuano a scendere in piazza per protestare per la libertà, dopo la morte di Mahsa Amini.

Gli scioperi nelle università e nelle fabbriche petrolchimiche hanno tutte le caratteristiche per far soffiare il vento del cambiamento, nell’ambito di una manifestazione che non appartiene più solo alle donne.

Iran: la protesta si allarga

Gli iraniani chiedono riforme sociali, soluzioni alla crisi economica seguita alle sanzioni, alla povertà e alla corruzione. La protesta è giunta alla quarta settimana e nonostante i tentativi di repressione, non c’è il sentore che smetteranno presto. Si tratta di una svolta storica per l’Iran, la maggior sfida per la teocrazia dal Movimento dei Verdi del 2009.

La repressione a Sanandaj

Gli attivisti affermano che la polizia antisommossa ha sparato a Sanandaj, la capitale della provincia del Kurdistan iraniano, a circa 400 chilometri a Ovest di Teheran, città di Mahsa Amini. Secondo l’Ong Hengaw e come si vede anche in alcuni video in rete, le Guardie iraniane hanno sparato con mitragliatrici contro i manifestanti e preso il controllo degli ospedali per arrestare le vittime.

Nelle ultime ore avrebbero anche usato mitragliatrici per colpire le case dei civili, in modo da impedire loro di protestare. Sanandaj è quasi del tutto prova di collegamenti a Internet, come confermato dall’osservatorio Netlblocks.

Amnesty: “Per nascondere i loro crimini, le autorità tagliano internet e la rete mobile”

Anche Amnesty International ha tentato di accendere i riflettori sulle violenze perpetrate dal regime e si dice “allarmata dalla repressione delle proteste a Sanandaj, nella provincia del Kurdistan. I rapporti ricevuti indicano che le forze di sicurezza hanno utilizzato armi da fuoco e sparato ripetutamente gas lacrimogeni anche nelle case delle persone”. In un altro tweet la Ong ha denunciato: “Per nascondere i loro crimini, le autorità della Repubblica islamica continuano a tagliare internet e le reti di telefonia mobile. I Paesi del mondo dovrebbero immediatamente aumentare il loro livello di protesta con gli ambasciatori iraniani e chiedere loro di porre fine immediatamente alla repressione delle proteste e di rispettare il diritto alla libertà di riunione pacifica”.

Dopo la Germania, anche Uk annuncia sanzioni

La Comunità internazionale e ora anche l’Europa hanno chiesto alla Repubblica islamica di porre fine dalla repressione. Dopo la Germania, anche il governo britannico ha annunciato nuove sanzioni: “Da prassi riguarderanno il divieto di qualsiasi ipotetico viaggio e il congelamento di eventuali beni rintracciabili dalle autorità britanniche”, fa sapere la pemier Liz Truss.

Il Ministero degli Esteri iraniano guidato da Nasser Kanani, ha convocato l’ambasciatore britannico a Teheran, Simon Shercliff, per contestare le sanzioni. Intanto Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Usa, ha osservato che “il mondo sta osservando ciò che sta accadendo in Iran. Questi manifestanti sono cittadini iraniani, guidati da donne e ragazze, che chiedono dignità e diritti fondamentali. Siamo con loro e riterremo responsabili coloro che usano la violenza nel vano tentativo di mettere a tacere le loro voci”. 

Alessia Piperno - Foto di Instagram @travel.adventure.freedom
Alessia Piperno – Foto di Instagram @travel.adventure.freedom

Fermato un altro italiano, poi rilasciato

Intanto secondo AdnKronos, un altro cittadino italiano è stato fermato dalla polizia iraniana a Teheran, mentre stava girando un video con lo smartphone, poi è stato rilasciato. Si trovava a Teheran per una fiera insieme con un altro italiano, è stato chiesto se fosse in contatto con intelligence occidentali.

Alessia Piperno ancora in carcere: “Gli stranieri rispettino le nostre leggi”

Ieri, lunedì 10 ottobre, anche in riferimento ad Alessia Piperno, la travel blogger italiana arrestata il 28 settembre, il portavoce degli Esteri iraniano ha affermato: “L’Iran è un Paese sicuro. Chiediamo agli stranieri che lo visitano per affari o per turismo di rispettare le nostre leggi”. 

Sarebbero cinque invece, i cittadini francesi attualmente in carcere, come ha annunciato la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna, che annuncia che tornerà a “chiedere ancora una volta l’immediato rilascio dei detenuti”.